Diario di Santa Gemma Galgani in Italiano
Dal 19 luglio al 3 settembre 1900
Giovedì, 19 Luglio, 1900.
Le appare Gesù, che le pone in capo la corona di spine.
Stasera finalmente, dopo 6 giorni di patire per la lontananza di Gesù, mi sono un po’ raccolta . Mi sono messa a pregare, come sono solita ogni Giovedì; sarei voluta stare in ginocchio. ma l’obbedienza voleva che stassi nel letto, e così feci; mi misi a pensare alla Crocifissione di Gesù. Sul primo non sentivo nulla, dopo qualche minuto mi sentii un po’ di raccoglimento: Gesù era vicino. Al raccoglimento mi successe come altre volte: mi andò via il capo e mi trovai con Gesù, che soffriva pene terribili.
Come fare veder soffrire Gesù e non aiutarlo? Mi sentii allora tutta in un gran desiderio di patire, e chiesi a Gesù di farmi questa grazia. Mi contentò subito, e fece come aveva fatto altre volte: mi si avvicinò, si tolse dal suo capo la corona di spine e la posò sul mio, e poi mi lasciava stare.
Vedeva poi che io lo guardavo zitta zitta, capì subito un pensiero che in quel momento mi venne; pensai: Forse Gesù non mi ama più, perché è solito Gesù che, quando mi vuol fare conoscere che mi vuol bene, mi pigia bene bene quella corona sulla testa oppure dalle parti alla testa. Gesù capì e con le sue mani me la pigiò nelle tempie. Sono momenti dolorosi, ma momenti felici. E così mi trattenni un’ora a soffrire con Gesù. Avrei voluto starci sempre tutta la notte, ma siccome Gesù ama tanto l’obbedienza, Lui stesso si sottomise a obbedire al Confessore e dopo un’ora mi lasciò: voglio dire che Lui non si fece più vedere da me, ma accadde una cosa che non era mai successa. Gesù è solito, ogni volta che mi pone in capo la sua corona, quando mi lascia, me la leva e se la rimette sul suo capo; ieri invece me la lasciò fino alle 4 circa.
Per dire il vero soffrii un po’, ma pure mi riuscì di lamentarmi una sola volta. Gesù mi perdonerà se alle volte mi esce qualche lamento, perché è proprio involontario. Soffrivo poi tanto a ogni movimento che facevo: che poi era tutta mia fantasia .
20 luglio, Venerdì
Gesù le toglie la corona di spine e si trattiene amabilmente con lei, dicendole che tanto l’ama, perché a lui simile, che col tempo l’avrebbe fatta santa.
Ieri poi, alle 4 circa, mi venne un desiderio di unirmi un altro po’ con Gesù; mi provai e mi unii subito con Lui. Per dire il vero sentivo tanta ripugnanza, perché mi sentivo stanca, e senza forza; mi trovai di nuovo davanti a Gesù. Si mise accanto a me, ma non era più triste come la notte, era più allegro; mi accarezzò un po’, poi contento contento mi levò la corona dalla mia testa (un po’ soffrii anche allora, ma meno) e se la ripose sul suo capo, e non sentii più nessun male; ritornai anzi subito in forze, e stavo meglio allora che avanti di soffrire.
Gesù poi mi dimandò diverse cose; io pure gli dissi che non mi mandasse a confessare dal padre Vallini , ché non ci vado volentieri; Gesù allora si fece serio e un po’ arrabbiato mi disse che, subito che ne avessi bisogno, ci andassi. Glielo promisi e ci vado volentieri.
Avevo sempre tante cose da dire a Gesù e Lui sentivo che a poco per volta mi veniva a mancare; allora mi promise che più tardi, alle preghiere della sera, sarebbe tornato; ma allora era anche più contento: mi aprì il suo cuore, che vidi scritte due parole che non capivo. Glielo chiesi di saperle; mi rispose Gesù: «Io ti amo tanto, perché molto mi somigli». «In che cosa, o Gesù, - gli dissi - ché mi vedo tanto dissimile a te?». «Nell’essere umiliata», mi rispose .
Capii allora bene ogni cosa, mi tornò alla mente la mia vita passata . Un grosso difetto è stata sempre la mia passione, la superbia. Quando ero piccola, in ogni posto ove andavo, da tutti si sentiva dire che ero una gran superba. Ma Gesù, che mezzi ha usato per umiliarmi, specialmente in quest’anno! Infine ho capito chi sono veramente. Sia sempre ringraziato Gesù.
Mi aggiunse poi il mio Dio che col tempo Egli mi avrebbe fatta santa (qui non dico nulla perché è impossibile che accada di me, quel che disse Lui).
Mi dette alcuni avvertimenti da dare al Confessore e mi benedì. Capii, come sempre, che si allontanava per qualche giorno. Ma quanto è buono Gesù! appena si parte Lui, mi lascia l’Angelo Custode, che con la sua continua carità, vigilanza e pazienza mi assiste.
O Gesù, ti ho promesso che sempre obbedirò, e di nuovo lo affermo. Sia pure tutta la mia fantasia, sia pure lavoro del diavolo, in ogni modo voglio obbedire.
21 luglio, Sabato
Maria SS.ma Addolorata la fa riposare sul suo seno. È percossa dal demonio e soccorsa dall’Angelo Custode.
Oggi Sabato 21 Luglio credevo proprio di non potere in nessun modo raccogliermi. Ma appena ho potuto esser sola, mi sono provata a dire la corona dei Dolori; non so a che punto mi sono sentita portar via la testa. La mia carissima Mamma M. SS. Addolorata mi ha voluto fare una visitina (non mi ricordavo però che era Sabato, e il Sabato è solita farsi vedere).
Era pure afflitta; non so, ma mi sembrava che piangesse. L’ho chiamata più volte col dolce nome di mamma; non mi rispondeva, ma quando sentiva dire mamma, sorrideva; glielo ho ripetuto più volte, fino che ho potuto, e Lei sempre sorideva. Infine mi ha detto: «Gemma, vuoi venire a riposarti un po’ sul mio seno?». Ho fatto come per alzarmi, e inginocchiarmi e avvicinarmi a Lei; Lei pure si è alzata, mi ha baciato nella fronte, e mi è sparita.
Sono di nuovo sola, ma sicura che la Mamma mia mi ama ancora, ma che è tanto offesa. Dopo tutte queste cose, mi sento, sì, sempre afflitta, ma assai più rassegnata.
Stasera, come avevo promesso a Gesù, sono andata da P. Vallini a confessarmi. Ma chi sa, dopo uscita di confessionario, mi sono sentita subito agitata e inquieta: era segno che, il diavolo era vicino.
Purtroppo se era vicino! Ben me ne avvidi più tardi quando mi misi a dire le mie preghiere. Già, come ho detto, internamente e anche esternamente ero tutta in tempesta; avrei preferito entrare nel letto e addormentarmi anziché pregare; ma no, volli provare. Incominciai a dire tre invocazioni, che sono solita ogni sera dire al Sacro Cuor di Maria; appena mi fui messa in ginocchio, il nemico, che già da qualche ora stava nascosto, si fece vedere nella forma di un uomo piccino piccino; ma così brutto, che fui presa tutta da spavento.
La mia mente era tutta rivolta a Gesù e nulla mi curavo di lui; continuavo a pregare, ma tutto ad un tempo cominciò a darmi dei colpi nelle spalle e più giù ancora: me ne dette assai. Sarò stata circa una mezz’ora in quella tempesta; mi sono bene avveduta però che la cosa che più gli dispiaccia a lui, è il raccoglimento, che Gesù spesso spesso mi fa provare. Mi raccomandavo a Gesù, ma che! Intanto si avvicinava l’ora che dovevo obbedire, cioè di andare a letto; andarci in quel modo mi dispiaceva: non avevo ancora fatto l’esame di coscienza. Pregai il mio Angelo Custode, e mi aiutò davvero, in un modo devo dire al tutto curioso.
Appena mi si presentò, lo pregai tanto che non mi lasciasse sola. Mi domandò che avessi; gli feci vedere il diaolo, che si era assai allontanato, ma mi minacciava sempre. Lo pregai che stasse con me tutta la notte, e Lui mi diceva: «Ma io ho sonno». «Ma no, - gli ripetevo - gli Angeli di Gesù non dormono». «Ma pure - soggiungeva - devo riposarmi (ma mi accorsi che faceva per ridere); dove mi farai stare?». Io volevo dirgli che Lui si mettesse sul letto, e io stavo lì a pregare; ma allora avrei disobbedito. Gli dissi che stasse vicino a me; me lo promise.
Io andai a letto; dopo Lui mi parve che allargasse le sue ali e mi venisse sopra il capo. Mi addormentai, e stamani pue era al solito suo posto di ieri sera. Io ce l’ho lasciato; quano sono tornata dalla Messa, non ci era più.
22 luglio, Domenica
È battuta nuovamente dal demonio. Per alcuni difetti commessi l’Anelo la rimprovera aspramente.
Ho fatto la SS. Comunione, ma Gesù non mi si è fatto sentire nulla nulla; ora però mi trovo assai quieta.
Oggi poi, che credevo di essere affatto libera da quella brutta bestia, invece mi ha bussato assai. Io era andata proprio coll’intenzione di dormire, tutt’altro invece: ha cominciato in certi colpi, che temevo proprio mi facesse morire. Era in forma di un grosso cane tutto nero, e mi metteva le gambe sulle mie spalle; ma mi ha fatto assai male, perché mi ha fatto sentire tutti gli ossi . Alle volte perfino credo che me li tronchi; anzi una volta, tempo indietro, nel prender l’acqua santa, mi dette una torta tanto forte al braccio, che cascai in terra dal gran dolore, e allora mi levò l’osso proprio dal posto; ma mi ci tornò ben presto, perché me lo toccò Gesù, e fu fatto tutto.
Dopo del tempo mi ricordai che al collo ci avevo il legno della S. Croce ; potei con quello segnarmi, e tornai subito in calma. Mi misi subito a ringraziare Gesù, che mi si fece vedere, ma ben poco: mi rianimò di nuovo a soffrire e a combattere, e mi lasciò. Da allora in poi non mi sono potuta più raccogliere; sia benedetto Dio in ogni modo.
Nel corso del giorno, ieri, però bisogna che dica alcuni avvertimenti, che mi dette il mio S. Angelo. Il primo fu in tempo di desinare; mi si accostò. Devo dire ancora che in quel momento mi era venuto un pensiero non tanto puro sopra me stessa. Lui si vede lo capì, mi disse: «Figliuola, vuoi proprio che me ne vada e non farmi più vedere?». Mi vergognai e rientrai in me stessa. Queste parole le pronunziò assai forte, e non so se possono aver senito anche gli altri.
Un’altra volta fu ieri il giorno, mentre ero in chiesa; mi si accostò anche allora e mi disse: «La grandezza di Gesù e il luogo ove tu sei, meritano altra maniera di operare». In quel tempo avevo alzato gli occhi per guardare due bambine come erano vestite.
L’ultimo stanotte: ero nel letto in una maniera non tanto ammodo; mi ha rimproverato dicendomi che invece di progredire ne’ suoi insegnamenti divento sempre peggiore, e continuamente mi rallento nel bene.
Tutte queste cose poi sono sempre svegliata quando mi accadono.
A quel che mi pare, invece di esser buona e prepararmi alla visita di M. SS. Addolorata con Confratel Gabriele, per quanto faccia, non mi riuscirà.
23 luglio, Lunedì
Gesù le dà forza di vincere il demonio e di burlarsi di lui. Apparizione di S. Gabriele.
Oggi poi Gesù mi ha mostrato di nuovo che sempre continua a volermi bene, non nella maniera di prima, di unirmi con Lui o raccogliermi, ma in un’altra. Sono andata a letto, mi sono addormentata, e come dormivo bene, dopo circa un quarto (perché i miei sonni son sempre brevi), ho veduto in fondo al letto, ma per terra, il solito omino, nero nero, piccino piccino. Ho capito chi era e mi sono subito risentita per bene; ho detto: «Ma che ora hai ricominciato la storia di non farmi neppur dormire?». «Come! dormire? - mi ha risposto - perché non preghi?».
«Pregherò più tardi, - ho detto - ora dormo». «Sono due giorni veh! che non ti puoi più raccogliere; bene, lascia fare che ci penso io». Principiava a darmi qualche colpetto; ho preso il Crocifisso in mano, ma sì era inutile. Stava per montarmi addosso e darmene quante poteva. Non so quel che sia successo; l’ho veduto montar sulle furie e rotolarsi per terra.
Io ridevo: oggi mi pareva di non aver paura; mi ha detto: «Oggi non ti posso far nulla, ma te le asserbo un’altra volta». Gli ho dimandato: «Ma perché non puoi? Se altre volte hai potuto, puoi benissimo ancora: io sono la stessa, ho soltanto Gesù al collo» .
Allora mi ha detto: «Quella... che è in questa stanza, che ti ha fatto? Fatti levare quella roba da dosso, e poi vedrai» .
Io insistevo che non ci avevo nulla, perché dormivo , ma capivo di chi voleva parlare. Dopo queste parole me ne stavo contenta nel letto e ridevo, guardando i brutti versi che faceva e la rabbia che lo divorava.
Mi diceva che se prego ancora mi fa soffrire di più. «Non m’importa - dicevo. - Soffrirò per Gesù» .
Insomma, oggi mi ci sono divertita assai: lo vedevo tanto arrabbiato; mi ha promesso però di asserbarmele.
Ha aspettato a stasera, ma grazie a Dio non ha potuto durare tanto a lungo: mi ha dato tre stritolate forti assai, che dopo, per andare a letto, mi ci è voluto del tempo tanto. In certi momenti corre lontano e con tanto spavento che non so quel che abbia. Mi ridusse proprio che appena mi potevo muovere.
Quanto chiamai Gesù! Ma che, non venne mai; pregai pure il mio Angelo Custode che mi conducesse da Gesù, ma mi fu ogni cosa inutile. Si trattenne un po’ Lui con me e mi disse: «Stasera Gesù non viene neppure a benedirti, neppure io stasera ti benedico».
Mi sgomentai allora, perché se Gesù non mi benediva con forza, io non potevo alzarmi: non avevo più niente al mio posto. Si avvide allora che ero per piangere e disse: «Ma ci manda, sai, Gesù. E se tu sapessi chi ti manda stasera, quanto saresti contenta».
La mia mente allora volò subito a Confratel Gabriele. Lo dimandai, ma non mi dette nessuna risposta; mi fece stare un po’ di tempo così sossopra e piena di curiosità. Infine mi disse: «Ma se Gesù manda davvero Confratel Gabriele a beedirti, tu che farai? Non parlargli, se no disobbedisci al Confessore». «No, non parlo - risposi impaziente -; ma come può benedirmi Confratel Gabriele?». «Ma è Gesù che lo manda; eppure lo ha mandato altre volte Gesù per benedirti. Ma ti riuscirà stare zitta e obbedire?». «Sì sì, obbedirò; fallo venire».
Dopo qualche minuto venne. Che smania mi prese allora! avrei voluto... ma fui buona, mi trattenni. Mi benedì con certe parole latine, che mi sono rimaste bene in mente, e dopo suito si avviò per andare via.
O allora non potei fare a meno di dire: «Confratel Gabriele, prega la nostra Mamma che Sabato ti porti da me, e ti ci faccia stare tanto». Si voltò e mi disse ridendo: «Tu sia buona», e nel dire così si tolse dalla vita una cintola nera e mi disse: «La vuoi?». Allora sì che la volevo davvero: «Mi fa tanto bene quella lì; dammela ora». Mi fece cenno di no, che me l’avrebbe data Sabato, e mi lasciò. Mi disse che quella cintola era quella che la notte avanti mi aveva liberata dal diavolo.
24 luglio, Martedì
Tentata dal demonio, è rassicurata dall’Angelo Custode. Le appare Gesù, che dolcemente la rimprovera e le parla del monastero delle Passioniste da fondarsi in Lucca.
Ieri accadde al solito: ero andata per dormire, infatti mi addormentai, ma il demonio no, parve che non volesse. Mi si fece vedere in una maniera assai sudicia, mi tentava di scoprirmi, ma fui forte. Vedeva allora che per questa parte non poteva nulla [e] con le sue mani mi fece qualche brutta cosa addosso. Mi raccomandavo dentro me stessa a Gesù che mi togliesse la vita [piuttosto] che offenderlo.
Che tentazioni orribili che sono quelle! Tutte mi dispiacciono, ma quelle contro la S. Purità quanto mi fanno male!
Dopo poi per rimettermi in pace venne l’Angelo Custode, e mi assicurò che non avevo fatto alcun male. Mi ci lamento alle volte, perché vorrei che mi venisse a aiutare in certi moenti, e mi dice, o che lo veda o no, sta sempre sopra il mio capo; anzi ieri, perché M. SS. A. [= Maria SS.ma Addoloraa] mi aiutò davvero, e fui forte assai, mi promise che la sera sarebbe venuto Gesù a vedermi.
Arrivata a ieri s’era, aspettavo con impazienza il momento di andare in camera, presi il Crocifisso e andai a letto. Fu contento anche il mio Angelo che andassi a letto, perché..... Sentii che ero per raccogliermi, venne il mio Gesù, ma stava assai scostato da me. Che bei momenti che sono quelli!
Gli dimandai subito se mi amasse sempre, e mi rispose queste parole: « Figlia mia, ti ho arricchito di tante belle cose, senza nessun tuo merito, e mi domandi se ti amo? Temo tanto per te». «Perché?» gli dissi. «O Figlia, nei giorni che più volte godevi della mia presenza, eri tutta fervore, non ti costava nulla fatica il pregare; ora invece ti noia la preghiera; qualche negligenza nei tuoi doveri comincia a insinuartisi nel cuore. O Figlia, perché ti avvilisci così? Dimmi: nei giorni passati, ti sembrava lunga l’orazione come ora? Qualche piccola penitenza la fai, ma quando stai per risolverti!» .
Come restassi a quel dolce rimprovero non lo so; restai senza parlare. Continuai a parlargli poi del convento ; in quanto a quello assai mi consolò. Gli dissi che se mi amava, mi facesse la grazia di andare in convento; lo pregai ancora che mi dicesse qualche cosa del nuovo convento, e mi rispose: «Presto le parole di Confratel Gabriele saranno effettuate» . «Tutte tutte?» gli dimandai, quasi fuor di me stessa. «Ogni cosa, non temere: tra poco. Quando tornerà il Confessore, ti dirò le cose anche meglio».
In ultimo gli raccomandai il mio povero peccatore. Mi benedì e nell’andar via mi disse: «Ricordati che ti ho creato per il Cielo: non hai che far nulla con la terra».
25 luglio, Mercoledì
Si accusa di alcune mancanze, per le quali l’Angelo la rimprovera, ordinandole di umiliarsene.
E di oggi? Oggi che dirò?
Non trovo pace; la superbia oggi mi predomina più che in altri tempi. Per dover fare un piccolo atto di umiliazione, ho sofferto assai.
Di quello che mi accadde ieri , ne parlerò ben poco; la mia lingua è troppo lunga e per questo anche altre persone soffrono per causa mia.
Ho per obbedienza del mio Confessore che parli assai poco e mai con persone che sappiano le mie cose. Giorni sono venne P. Norberto , scappai subito; un’altra volta pure venne e feci lo stesso; fui pronta, per dire il vero, a far l’obedienza, ma dopo che mi avvenne? Dopo qualche giorno ebbi occasione di parlare con un altro frate di questa cosa, e inentai anche una bella bugia, dicendogli che era stata la Sig.ra Cecilia che mi aveva fatto nascondere; invece no, feci da me stessa questa cosa.
Non so come mai il detto P. Norberto lo venne a sapere, e subito venne a riferire la cosa alla Sig.ra Cecilia, che gli dispiacque assai; non meno però mi fece dispiacere a me. Lei mi interrogava se veramente io avessi parlato; rispondevo di no, perché non mi ricordavo di nulla; ci fu però chi mi fece riordare ogni cosa; venne da me l’Angelo Custode e mi disse rimproverandomi: «Gemma,come! anche la bugia? Non ti ricordi, giorni sono, quando per castigo di aver riportato la cosa a F. Flamiano ti feci stare una mezz’ora...?».
Mi ricordai bene ogni cosa (devo dire anche che l’Angelo Custode, ogni volta che faccio male una cosa, mi castiga: non passa sera che non ne abbia), e mi comandò che andassi dalla Sig.ra Cecilia, le raccontassi ogni cosa e la pregassi in nome suo a perdonarmi.
Promisi di farlo, ma sì! passò la giornata, venne la sera, ma mai feci quel piccolo atto di umiliazione. Mi ravvisò di nuovo l’Angelo dicendomi che se non fossi andata da lei a dire ogni cosa, la notte sarebbe venuto il diavolo.
Allora a quella minaccia non potei resistere e andai in camera sua. Era a letto, e il lume spento; non mi parve vero: così non mi avrebbe veduta. Alla meglio gli dissi ogni cosa, ma forzata; era una vera vergogna, non esser capace di umiliarmi. Finalmente, dopo avermi detto che ogni cosa avrebbe dimenticata, andai in camera. Ma sì! diceva lei di averla dienticata, ma era impossibile. Chiesi più volte perdono anche a Gesù, al mio caro Angelo e andai a letto. Che brutta nottata! l’Angelo mio, per la gran resistenza che avevo fatta per fare quell’umiliazione, mi lasciò sola, e con qualche visita del ne-mico. Dormire non potevo, perché non ero quieta di coscienza; come stavo male!
26 luglio, Giovedì
Nuovi rimproveri dell’Angelo. Durante l’Ora santa del giovedì, Gesù le mette in capo la corona di spine.
Venne. la mattina, e finalmente venne l’Angelo Custode, che mi rimproverò tanto tanto, e mi lasciò di nuovo sola ed afflitta. Feci la SS. Comunione, ma, Dio mio, in quale stato! Gesù non mi si fece sentire. Quando poi dopo tanto potei esser sola, allora poi mi sfogai tanto: ero colpevole, me ne avvedo; ma, se debbo dire una cosa, certi dispiaceri a certe persone io non li vorrei dare, ma la mia cattiva inclinazione è tanto al male, che spesso cado in queste cose. Per un’ora e più mi fece stare Gesù in quello stato; piangevo, ero afflitta. Gesù però ebbe pietà e venne; mi accarezzò, si fece promettere che non lo avrei più fatto, e mi benedì.
Devo dire che nell’accaduto di ieri dissi tre bugie, ebbi pensieri di rabbia, e nell’idea di vendicarmi con chi aveva fatto la spia, ma Gesù mi proibì affatto di parlarne con F. F. [= Fra Famiano] e con altri. Ritornai presto in calma, e per esservi anche di più, corsi a confessarmi.
La sera poi, dopo che ebbi fatto le mie preghiere, mi misi a fare la mia solita ora. Gesù stette sempre con me; ero nel letto, come al solito, perché dopo non sarei più stata capace. Mi trattenni col mio caro Gesù a soffrire con Lui. Soffrii assai; mi riprovò di nuovo il suo amore verso di me, col re-galarmi fino al giorno dopo la sua corona di spine; mi ama di più Gesù in Venerdì. La sera poi mi ritolse la corona, dicendomi che era contento di me, e mi disse ancora accarezzandomi: «Figlia, se ti aggiungo altre croci, non te ne affliggere». Glielo promisi, e mi lasciò.
27 luglio, Venerdì
In questo venerdì soffre più del solito, specialmente per la corona di spine.
Questo Venerdì soffrii assai di più, perché fui obbligata a fare certe piccole faccende, ed a ogni movimento credevo di morire. Anzi la zia mi aveva comandato di tirare su dell’acqua: durai tanta fatica, mi pareva (ma era tutta mia idea) che le spine mi andassero al cervello, e mi cominciò a venire una goccia di sangue dalle tempie. Mi pulii in fretta e se ne avvide poco. Mi dimandò se fossi cascata e rotta il capo; gli dissi che mi ero graffiata con la catena del pozzo. Dopo andai dalle monache ; erano le 10 e stetti con loro fino alle 5. Dopo tornai a casa, ma Gesù me l’aveva già tolta.
28 luglio, Sabato
Dall’Angelo Custode riceve santi ammaestramenti. Gesù nella santa Comunione le si fa sentire; la Madonna non le fa la solita visitina.
La notte la passai benissimo; la mattina mi venne l’Anelo Custode: era contento, mi disse che prendessi della carta, e scrivessi quello che Lui mi dettava.
Ecco tutto:
«Ricordati, figlia mia, che chi veramente ama Gesù, parla poco e sopporta tutto.
«Ti comando, per parte di Gesù, di non dire mai il tuo parere, se non ne sei dimandata; di mai non sostenere il tuo sentimento, ma subito cedere.
«Ubbidire puntualmente al Confessore e a chi Lui vuole, e senza replica; e nelle cose che tu devi, farai una replica sola, ed essere sincera con l’uno e colle altre.
«Quando hai commesso qualche mancanza, accusati suito, senza aspettare che te lo dimandino.
«Infine ricordati di custodire gli occhi, e pensa che l’occhio mortificato vedrà le bellezze del Cielo».
Dopo dette queste cose mi benedì, e mi disse che andassi pure a fare la S. Comunione. Ci corsi subito: fu la prima volta, dopo quasi un mese, che Gesù si fece sentire.
Gli dissi tutte le mie cose, mi trattenni con Lui assai, perché mi comunicai alle 8½ e, quando ritornai in me, era assai tardi. Corsi a casa, e per la strada sonarono le ma fui buona : mi trovai sempre nella solita posizione di quando mi ero comunicata, e vidi nell’alzarmi che l’Angelo Custode era sopra il mio capo con le ali spiegate. Mi accomagnò lui stesso a casa, e mi avvisò di non pregare nel corso del giorno, fino alla notte, perché non ero sicura . Infatti me ne avvidi: per gli altri di casa più che sicura, ma per la mia sorella no, perché mi aveva tappato il buco della serratura e mi fu impossibile chiudere; allora ci si misero le zie, e la sera potei chiudere.
Verso sera andai ai 15 Sabati in S. M. [= Santa Maria] ; la Madonna mi disse che non mi avrebbe fatta la solita visitina, perché nei giorni passati avevo disgustato Gesù. Gli dissi che Gesù mi aveva perdonato, ma Lei: «Io non perdono tanto facilmente alle mie figlie; io voglio assolutamente, che tu diventi perfetta: vedremo se Sabato potrò venire a condurti C. Gabriele»; nondimeno mi benedì, e io mi rassegnai.
Non mi manca però qualche tentazione; una un po’ forte l’ebbi ieri sera Sabato: venne il demonio e mi disse: «Brava, brava! scrivi pure ogni cosa: non sai che quelle cose lì è tutta opera mia, e se tu vieni scoperta, figurati che vergogna! dove andrai a nasconderti? Ti faccio passare per Santa, e in-vece sei un’illusa».
Stetti così male, che dalla disperazione giurai che, quando fosse tornata la Sig.ra Cecilia, avrei distrutto quello scritto . Intanto feci per rompere questo, ma non mi riuscì, non ebbi forza, oppure non so come andasse.
29 luglio, Domenica
L’Angelo Custode l’assiste; Gesù la rimprovera di aver lasciato la santa Comunione e l’invita a sé.
Durai in questo stato fino a ieri mattina Domenica senza potermi più raccogliere; il mio Angelo Custode però non mi manca: mi fa forza, e devo dire anche che Domenica non avevo fame, e lui stesso mi obbligò a mangiare; e così ha fatto pure stamani. Ogni sera non manca di benedirmi, e anche di castigarmi e di gridarmi.
Oggi Domenica sento un gran bisogno di Gesù, ma è già tardi, e non ho ancora nessuna speranza [di vederlo]; aspetto stanotte di essere libera e sola.
È venuto veh! Gesù; quanti rimproveri, perché non ho fatto la S. Comunione! Ecco in che modo Gesù mi rimproverava: «Perché, o figlia, così spesso devo essere privo delle tue visite? E sai quanto bramo che tu venga da me, quando sei buona».
M’inginocchiai davanti a Gesù, e piangendo gli dissi: «Ma come, Gesù mio, non sei ancora stanco di soffrirmi con tutta la mia freddezza?». «Figlia, - mi rispose - fa’ che d’ora in poi non passi giorno senza che tu venga da me, procura di tenere il cuore purificato e ornato con ogni cura possibile. Allontana pure dal tuo cuore ogni amore a te stessa, e qualunque cosa che non sia interamente mia, e poi vieni pure e non temere».
Mi benedì, insieme a tutti i membri del Sacro Collegio , e andò via; anzi in ultimo mi raccomandò di avere un po’ più di forza contro il nemico, dicendomi che non faessi conto delle sue parole, perché è un vero bugiardo, e cerca ogni mezzo per farmi cadere specialmente con l’obbe-dienza . «Obbedisci, figlia mia, - mi ripeteva - obbeisci subito e allegramente, e per meglio riuscire e vincere [in] questa bella virtù, prega la Mamma mia, che ti ama tanto». Avrei voluto dirgli che ieri la sua Mamma non volle venire, ma scappò.
30 luglio, Lunedì
Afflitta per alcune contraddizioni, è confortata dall’Angelo, che l’anima a patire e a meditare ogni giorno la Passione di Gesù.
Stamani Lunedì 30 Luglio sono andata per fare la SS. Comunione. Non la volevo fare: non ero quieta di coscienza; ma pure mi sono gingillata fino alle 9, sempre se dovevo o no farla; poi ha vinto Gesù, e l’ho fatta, ma come? Che freddezza! Gesù non l’ho sentito per niente.
Oggi poi non ho potuto mai raccogliermi; sono stata cattiva, mi sono inquietata, ma da me sola, nessuno mi ha veduta; ho pianto tanto tanto, perché la mia sorella non mi voleva uscir di camera. Ieri sera Domenica, per dispetto, fino alle 11 stette in camera mia, dicendomi per canzonare, che mi voleva vedere andare in estasi; oggi poi era lo stesso. Scrisse una lettera ieri ai B. S. G. [= Bagni di S. Giuliano] e parlava assai di me e delle cose mie . Queste cose, che dovrei accoglierle bene e ringraziare Gesù, invece m’inquieto, e quasi quasi ho dei momenti di disperazione .
Mentre ero in quello stato, l’Angelo Custode che mi stava a vedere, mi disse: «Perché t’inquieti così, figlia mia? Bisogna soffrire qualche cosa ve’ per Gesù». (Veramente la cosa che più mi era dispiaciuta a me, erano certe parole che [mia sorella] aveva detto forte), e per questo l’Angelo mi disse: «Tu sei degna solo di essere disprezzata, perché hai offeso Gesù».
Poi mi fece tornare quieta; si mise a sedere accanto a me, e mi diceva ammodino ammodino: «O figlia, ma non sai che tu devi essere in tutto conforme alla vita di Gesù? Egli patì tanto per te, e tu non sai che devi in ogni occasione patire per Lui? E poi perché dai questo dispiacere a Gesù, di lasciare ogni giorno la meditazione sopra la Passione?». Era vero: mi ricordai che la meditazione sulla Passione la faccio solo il Venerdì e Giovedì. «Devi farla ogni giorno, ricordatelo».
Infine mi diceva: «Coraggio, coraggio! questo mondo non è mica il luogo del riposo: il riposo sarà dopo morte; ora tu devi patire, e patire ogni cosa, per impedire a qualche anima la morte eterna». Lo pregai tanto che dicesse alla Mamma mia di venire un po’ da me, ché avrei tante cose da dirgli; mi disse di sì. Stasera però non è venuta.
31 luglio, Martedì
Chiede a Gesù che le mandi la Mamma celeste, di cui ha gran bisogno.
Siamo a Martedì; corro a far la SS. Comunione, ma in quale stato! Ho promesso a Gesù di esser buona e cambiar vita; gliel’ho detto, ma Lui non mi ha risposto nulla; gli ho, detto pure che mi mandi la Mamma sua, e anche mia, e mi ha risposto: «Ne sei degna?». Mi sono vergognata, e non ho detto altro. Ha aggiunto poi: «Sii buona e verrà presto con Confratel Gabriele».
È da Domenica che non mi sono potuta più raccogliere; in ogni modo ho ringraziato Gesù. Quando viene l’Angelo Custode, sono svegliata, e non via con la testa; Gesù, la Mamma mia e qualche volta Confratel Gabriele, loro mi fanno andar via il capo; ma io resto sempre dove mi metto, mi trovo sempre al solito posto, ma la testa parte. Che gran bisogno che ho della Mamma mia! Se Gesù mi volesse contentare, dopo sarei più buona. Come devo fare a star tanto senza la Mamma?
1 e 2 Agosto, Mercoledì e Giovedì
Teme d’ingannarsi, ma l’Angelo la rassicura. La corona di spine al capo. Gesù le raccomanda di pregare per Madre Maria Teresa, monaca Passionista defunta.
Mercoldì non mi potei mai raccogliere, Giovedì pure; di quando in quando il mio Angelo Custode mi diceva qualche cosa, ma sempre però svegliata; anzi Mercoldì sera, dentro di me pensavo che potrei essere ingannata dal diavolo; mi quietava, dicendomi solo: «Obbedienza».
Eccoci infatti a stasera . Al solito mi misi per pregare, mi raccolsi subito. Era già un po’ che mi sentivo maletto. Stetti sola sola: quando pativo, Gesù non c’era, e patii solo nel capo .
Il Confessore stamani mi ha dimandato se avessi anche avuti i segni ; ho risposto di no. Sieno pure forti anche quelli, ma non mai a paragone del capo.
Povero Gesù! Mi fece stare circa un’ora sola, ma poi venne e si presentò in questo modo, tutto sangue, dicendomi: «Sono il Gesù di P. Germano». Non ci credevo, e perché? Temo sempre sempre. Pronunzio quelle parole: «Benedetto Gesù e Maria» , e allora capii. Mi dette un po’ di forza, e poi io internamente avevo paura, e Lui diceva: «Non temere: sono Gesù di P. Germano». Mi raccomandò poi da sé, senza che io ci pensassi neppure, di pregare per M. M. Teresa di Gesù Bambino, perché è in purgatorio e soffre tanto. Gesù la vuole presto con sé, mi pare.
3 Agosto, Venerdì
Preparata da Gesù, sostiene una battaglia col demonio; l’Angelo corre in suo soccorso.
Oggi ho un po’ dormito , poi mi sono sentita racogliere internamente; dopo il raccoglimento mi sono sentita andar via il capo: ero con Gesù. Come ero contenta! Ho sofferto, sì, tanto nel capo; mi sono un po’ lamentata, perché mi lascia sola. L’ho pregato ancora di farmi sapere di M. M. T. [= Madre Maria Teresa] quando sarà in Cielo. Mi ha detto: «Non anche; soffre sempre». Gli ho raccomandato il mio povero peccatore, e ha dato la benedizione a tutti i membri del S. Collegio e mi ha lasciata contenta.
Stasera sentivo di non potermi raccogliere; ho fatto le poche preghiere vocali della sera e sono andata a letto. Per dire il vero, prevedevo un po’ di burrasca, perché Gesù mi aveva avvisata già qualche giorno fa, dicendomi: «Ancora un’ultima battaglia il nemico ti tenterà, ma sarà l’ultima, perché ora è assai». Non potei fare a meno di ringraziarlo della forza che mi aveva sempre data, e lo pregai che mi volesse darla anche nell’ultimo momento, vale a dire ieri sera .
Andai a letto, si sa bene, coll’intenzione di dormire; il sonno non tardò a venire, e mi comparve quasi subito un omino piccino piccino e nudo, ma coperto tutto di pelo nero. Che spaento! Mi posò le mani sul letto, credevo [io] che volesse picchiarmi..«No no, - disse - non ti posso picchiare, non aver paura», e nel dire così, si era allungato per farmi cose sudicie.
Chiamai Gesù in aiuto, ma non venne; non per questo mi lasciò: dopo invocato il suo nome, mi sentii subito libera, ma fu tutto ad un tratto.
Altre volte avevo chiamato Gesù, ma mai fu pronto come ieri sera. Averlo veduto il demonio dopo: quanto si arrabbiò! S’avvoltolava per terra, bestemmiava; fece infine un ultimo sforzo per riuscire a portarmi via il Crocifisso che avevo con me, ma ricadde subito indietro.
Quanto fu buono ieri sera Gesù con me! Il diavolo, dopo quell’ultimo sforzo, si voltò verso di me, si scoprì tutto, ma io avevo già chiusi gli occhi. Lo chiamai sudicio e mi rispose che già che non aveva potuto far nulla, voleva tormentarmi tutta la notte. «No», gli dissi; chiamai l’Angelo Custode, aprì le sue ali, si posò accanto a me, mi benedì e berliffo scappò. Sia ringraziato Gesù.
Stamattina poi ho saputo che nel momento che il diavolo montò sulle furie, mi era stato posto addosso lo scapolare di M. SS. dei Dolori, e allora ho capito che quando fece per togliermi da dosso la roba, non poteva essere altro che quello. Sia ringraziata pure la mia Mamma Addolorata .
4 Agosto, Sabato
Mirabile apparizione di Maria SS.ma Addolorata.
Eccomi a Sabato: è il giorno a me destinato per vedere la Mamma mia, ma che dovrò sperare?
Infine son giunta anche a stasera . Mi metto per recitate la corona dei Dolori; sul primo mi ero abbandonata, vale a dire ero rimessa al volere di Dio, di passare anche quel Sabato senza vedere la Madonna dei Dolori; ma [a] Gesù gli bastò l’offerta del sacrifizio e mi contentò. Non so a che punto della corona, mi sentii raccogliere internamente; al raccoglimento, come sempre, successe ben presto che mi andò via il.capo, e senza avvedermene mi trovai dinanzi (a me mi parve).alla Madonna dei Dolori.
Al primo vederla, mi fece un po’ di paura; feci di tutto per assicurarmi se veramente era la Mamma di Gesù: mi dette ogni segno per accertarmi. Dopo qualche momento, mi sentii tutta contenta; ma fu tanta la commozione che mi prese nel vedermi così piccola davanti a Lei, e tanta la contentezza, che non potei pronunziare parola, altro che ripetuamente il nome di mamma.
Lei mi guardava fissa fissa, rideva , si avvicinò per accarezzarmi, e mi diceva che mi calmassi. Ma sì, la conentezza e la commozione mi crescevano, e Lei forse temendo che mi facesse male (come altre volte mi è accaduto; anzi una volta, e non l’ho anche notato, per la gran consolazione che provai nel rivedere Gesù, il cuore mi cominciò a batere con tanta forza, che fui costretta, per ordine del proprio Confessore, a mettermi in quel punto una fascia strinta strinta) , mi lasciò, dicendomi che mi andassi a riposare. Obbedii prontamente: in un secondo fui a letto e non tardò a venire; allora mi quietai.
Bisogna ancora che dica, che al primo veder queste cose, queste figure (che certamente potrei essere ingannata), mi sento presa subito da paura; alla paura succede ben presto la gioia. In ogni modo che sia questo, è ciò che provo io. Gli parlai di alcune mie cose, la principale però fu quella che mi conducesse con Lei in Paradiso; questa più volte gliela dissi. Mi rispose: «Figlia, devi ancora soffrire». «Soffrirò lassù - volevo dire -, in Paradiso». «E no, - soggiungeva - in
Paradiso non si soffre più; ma ti condurrò ben presto», mi diceva.
Era presso al letto, era tanto bella, non potevo saziarmi di contemplarla. Le raccomandai il mio peccatore; allora sorrise: fu buon segno... Le raccomandai ancora parecchie persone a me tanto care, in particolare quelle con le quali ho un grosso dovere di riconoscenza. E questo dovevo farlo ancora per ordine del Confessore, che l’ultima volta mi pregò di raccomandarle caldamente a M. SS. dei Dolori, dicendoi che io non posso far niente per esse, ma la Madonna supplisca per me, conceda loro ogni grazia.
Temevo che da un momento all’altro mi lasciasse, e per questo la chiamavo più volte, e dicevo che mi conducesse con Lei. La sua presenza mi fece dimenticare il mio protettore Confratel Gabriele. Gli chiesi di Lui, come mai non l’aveva portato; mi disse: «Perché Confratel Gabriele esige da te obbedienza più esatta». Aveva da dirmi una cosa per P. Germano; a quest’ultime parole non mi rispose.
Mentre parlavamo insieme, che mi teneva sempre per la mano, me la lasciò; io non volevo che andasse, ero quasi per piangere, e allora mi disse: «Figlia mia, ora basta; Gesù vuole questo sacrifizio da te, per ora conviene che ti lasci». Le sue parole mi misero in quiete; risposi tranquillamente: «Ebbene, il sacrifizio è fatto». Mi lasciò. Chi potrebbe descrivere al minuto quanto sia bella, quanto cara la Madre Celeste? No, non vi è paragone al certo. Quando avrò la fortuna di rivederla di nuovo?
5 Agosto, Domenica
Gesù le fa intendere esser sua volontà che ella mediti sempre sulla Passione.
Oggi Domenica ho pregato l’Angelo Custode, se mi faceva la grazia di andare [a] dire a Gesù che allora la meditazione non l’avrei potuta fare, perché non mi sentivo bene; l’avrei fatta la sera. Alla sera poi, non ne avevo nessuna voglia; andai a letto, feci la preparazione alla meditazione e rimasi raccolta soltanto internamente. Il capo non mi andò via; mi trattenni un’ora. Anzi devo dire ancora che la meditazione della Domenica è sempre sopra la Risurrezione ovvero il Paradiso; ma Gesù mi fa chiaramente conoscere che quella meditazione da me non la vuole ancora, perché la mente mi corre subito a qualche punto principale della sua passione. Sia fatta la sua volontà.
6 Agosto, Lunedì
L’Angelo Custode si trattiene con lei tutta la notte e l’esorta ad offrire ogni patimento al Signore per le anime del purgatorio.
Eccomi giunta al 6 Agosto. I giorni passano, e io eccomi sempre nell’abisso del mondo.
Stasera, l’Angelo Custode, mentre facevo le preghiere della sera, mi si è avvicinato, e battendomi sopra una spalla mi ha detto: «Gemma, come mai tanta svogliatezza per la preghiera? A Gesù gli dispiace». «No - ho risposto - , non è svogliatezza: sono due giorni che non mi sento bene». Ha soggiunto: «Fai il tuo dovere con applicazione, e vedrai che Gesù ti amerà ancora di più». È stato un momento zitto, poi mi ha dimandato: «E Confratel Gabriele?». «E non lo so». «Quanto tempo è che non l’hai veduto?». «È tanto tanto tanto». «Ma stanotte Gesù te lo manda». «Come? Stanotte no, disubbidirei: di notte non vuole il Confessore». O con quanto desiderio l’avrei voluto! ma volevo obbedire. Lo pregai che me lo mandasse di giorno e presto, affinché potessi scrivere quella lettera a P. G. [= Padre Germano]. Mi raccomandai all’Angelo Custode che andasse da Gesù a dirgli se gli permetteva di passare la notte insieme con me. Sparì subito.
Avevo terminato le preghiere: andai a letto. Quando ebbe avuto da Gesù il permesso di venire, ritornò; mi diandò: «Quanto tempo è che non hai pregato per l’anime del Purgatorio? O figlia mia, ci pensi così poco! M. M. Teesa soffre sempre, sai?».
Era dalla mattina che non avevo pregato per loro. Mi disse che avrebbe piacere che ogni cosetta piccola che soffro, la regalassi alle anime del Pur-gatorio. «Ogni piccola pena, loro le solleva; anche ieri e oggi, se tu avevi offerto per loro quel poco». Ma risposi un po’ meravigliata: «Mi sentiva il corpo; e che i dolori di corpo sollevano le anime del Purgatorio?». «Sì - mi disse - ; sì, figlia: ogni più piccolo patimento le solleva». Gli proisi allora che da quel momento ogni cosa avrei offerto per esse. Soggiungeva: «Quanto soffrono quelle anime! Vuoi fare qualche cosa stanotte per esse? vuoi soffrire?». «E che cosa? - gli dissi. - È lo stesso soffrire di Gesù nel giorno di Venerdì?». «No - rispose. - Di Gesù non sono; saanno dolori corporali». Io dissi di no, perché fuori di Gioedì e di Venerdì Gesù non vuole; le altre notti vuole che dorma. Ma siccome le anime del Purgatorio, e in particolare M. M. Teresa, mi sta molto a cuore, gli dissi che un’ora volentieri avrei patito.
Gli bastarono queste parole, ma vedeva bene che facendo questo avrei disobbedito; mi ha lasciata dormire.
Stamattina, quando mi sono svegliata, era sempre presso di me; mi ha benedetto ed è andato via.
7 Agosto, Martedì
Le appare S. Gabriele, che con volto sfavillante le parla della fondazione del monastero di Lucca ed invoca a tal fine l’intercessione di Maria.
Ieri il giorno l’Angelo Custode mi promise che alla sera avrei potuto parlare con Confratel Gabriele . Venne la tanto sospirata sera; prima di tutto il sonno voleva vinceri, poi un’agitazione tale mi prese, che fui presa da spavento. Ma siccome Gesù era vicino a darmi quella consolazione, e allora, o prima o dopo la consolazione, mi dà qualhe dolore. Sia sempre benedetto.
Però nel provare questa agitazione non vedevo nessuno, voglio dire il diavolo; solo stavo assai male, ma durò poco. Mi calmai ben presto, sentii ad un tratto che mi veniva il raccoglimento, e quasi subito mi successe al solito: il capo se ne partì, ed io mi trovai con Confratel Gabriele . Che consolazione fu quella! Ma l’obbedienza voleva che non mi avvicinassi per baciargli la veste, e ristetti. La prima cosa fu quella di domandargli perché stava tanto senza venire. Mi rispose che è per colpa mia. Di questo ne sono persuasa, perché sono assai cattiva.
Quante belle cose mi disse del convento , e le diceva con tanta forza, che mi sembrò che gli occhi gli sfavillassero. Da se stesso, senza che io l’interrogassi: «Figlia, tra pochi mesi, tra l’esultanza di quasi tutti i cattolici si farà la fondaione del nuovo convento». «Come, tra pochi mesi? - gli dissi. - Ne mancano ancora 13». «E son pochi», soggiuneva. E poi sorridendo si voltò da una parte e s’inginocchiò, giunse le mani e diceva così: «Vergine benedetta, vedi: qui in terra si gareggia per la propagazione del nuovo istituto; via, te ne prego, fa’ che sovrabbondi sopra tutti quelli che ne faranno parte, la copia dei doni e favori celesti. Accresci a loro la forza, accresci altresì lo zelo. Sarà tutto vostro dono, o Vergine Benedetta».
Parlava come se avesse presso di sé la M. [= Madonna] dei Dolori; io non vedevo nulla, ma con quanta forza, con quanta espressione diceva queste parole, che io ne rimasi meravigliata; sembrava anche Lui fuori di se stesso.
Ora poi dovrei parlare di P. Germano, ma il Confessore ha detto che qui sopra no, perché...
Parlai anche del povero mio peccatore; sorrise anche Lui: tutto buon segno. Infine mi lasciò piena di consolazione.
8 Agosto, Mercoledì
Nel timore che il Confessore diminuisca troppo i suoi peccati, l’Angelo la tranquillizza dicendole di rimettersi al giudizio di lui.
Ora veniamo a stamani. Poco dopo che sono uscita dal confessionario, mi è venuto qualche pensiero, dicendo dentro di me che il Confessore diminuisce troppo i miei peccati, ed ero inquieta. Per calmarmi mi si è avvicinato l’Angelo Custode; ero in Chiesa, e pronunziava forte queste parole: «Ma dimmi, a chi vuoi credere: al Confessore o alla tua testa? Al Confessore che ha continui lumi e assistenza, che ha molta capacità, oppure a te che non hai nulla, nulla, nulla di tutto ciò? O la superba! - mi diceva - vuol farsi maestra, guida e direttrice del Confessore!» - Non ho pensato ad altro; ho fatto un atto di contrizione, ed ho fatto la SS. Comunione.
9 Agosto, Giovedì
L’Angelo Custode le inculca l’obbedienza al Confessore. In questo giovedì la Santa deve soffrire più del solito, per suffragare l’anima della Madre Maria Teresa.
Anche oggi, dopo aver sostenuto con l’aiuto di Dio una battaglia del nemico, assai forte, è venuto l’Angelo Custode, che rimproverandomi e assai severo mi ha detto: «Figlia, ricordati che mancando a qualsiasi obbedienza, commetti sempre peccato. Perché così restìa a obbedire al Confessore? Ricordati ancora che non vi è strada più corta e più vera, quanto quella dell’obbedienza».
Ma perché oggi tutto questo? Per colpa mia. Meriterei forse anche peggio, ma Gesù mi usa sempre misericordia.
Oimè, che ripugnanza che provo stasera! Fin da stamani mi sento così stanca; ma è tutta svogliatezza, cattiva voontà; ma pure mi voglio vincere coll’aiuto di Dio .
È Giovedì e per questo che mi sento sì curiosa; al soraggiungere di questa sera, mi accade sempre lo stesso. Sì, patire, patire per i peccatori, e in modo particolare per le povere anime del Purgatorio, e in particolare per... . E ben lo so perché questa svogliatezza così presto. Le altre sere mi veniva poche ore prima. Perché oggi l’Angelo Cutode mi ha detto che Gesù stasera voleva farmi soffrire qualche ora di più, cioè due ore: alle 9 incomincerebbe, e questo per un’anima del Purgatorio, e questo senza il permesso del Confessore; ma è solito però che non mi grida, anzi vuole, e lo posso fare benissimo.
Ieri sera , verso le 9 circa, cominciai a sentirmi un po’ male; feci presto a andare a letto, ma soffrivo già tanto anche avanti: il capo mi sentiva fuor di modo, ogni movimento che facevo, mi cagionava pene terribili. Soffrii due ore, come Gesù voleva, per M. M. Teresa; poi con gran dolore mi spogliai ed entrai nel letto, e cominciò l’ora. Fu assai dolorosa, ma in compagnia di Gesù che cosa non si farebbe!
10 Agosto, Venerdì
Gesù la ricolma di consolazioni. In presenza della Signora Cecilia l’Angelo Custode le si fa sempre vedere e la dirige in ogni cosa; le dice che nessuno, all’infuori della Signora Cecilia, sa far con lei le sue veci.
Mi disse la sera avanti l’Angelo Custode che mi avrebbe fatto tenere le spine nel capo fino alle 5 del Venerdì: fu vero, poiché verso quell’ora cominciai un po’ a raccogliermi; mi nascosi in Chiesa dei Francescani e lì Gesù me la venne di nuovo a togliere; fui sempre sola. Quanto mi mostrò di volermi bene! Mi animò di nuovo a soffrire e mi lasciò in un mare di consolazione.
Bisogna però che dica che tante volte, ma in particolare il Giovedì sera, mi prende tanta una tristezza tale, al pensiero di aver commessi tanti peccati, tutti mi ritornano alla mente, che mi vergogno di me stessa, e mi affligge tanto tanto. Ieri sera pure, poche ore prima, mi venne questa vergogna, questo dispiacere, e trovo solo un po’ di quiete in quel po’ di patire che Gesù mi manda, offrendolo prima per i peccatori, e in particolare per me, e poi per le anime del Purgatorio.
Quante consolazioni che mi dà Gesù! In quanti modi mi mostra di volermi bene! Son già tutte cose della mia testa; ma se obbedisco, Gesù non permetterà che mi abbia ad ingannare. Giovedì sera mi promise che in questi giorni che la Signora Cecilia non c’era, non mi avrebbe mai fatta lasciare dall’Angelo Custode. Me lo dette ieri sera, e non mi ha più lasciato un momento.
Questa cosa l’ho osservata parecchie volte, e non ne ho parlato neppure col Confessore, ma oggi glielo dico subito. Se sono con altre persone, l’Angelo Custode non mi lascia mai; quando sono con Lei invece, subito mi lascia (voglio dire che non mi si fa più vedere, se non che per darmi qualche avvertimento); così pure è accaduto oggi: non mai un minuto si è partito d’accanto a me; se devo parlare, pregare, fare qualche cosa, me l’accenna Lui. Gesù voglia che non mi abbia ad ingannare.
Questa cosa mi meraviglia assai, e mi ha costrinta a dimandargli: «In che maniera , quando c’è con me la Sig.ra Cecilia, non ci stai mai?». Mi ha risposto così: «Nissuna persona, al di fuori di Lei, sa fare le mie veci. Povera bambina, - soggiungeva - sei così piccina, che ti abbisona sempre la guida! Ora te la farò io, non temere; ma obbedisci, ve’, perché faccio presto...» .
Sono andata a confessarmi; ho detto la cosa al Confessore (glielo avevo [anche] scritto) ; mi ha spiegato ogni cosa, ciò che io non capivo, ma ora ho capito tutto.
11 Agosto, Sabato
Desidera ardentemente una visitina della Mamma celeste; l’esserne priva è per lei il maggior castigo.
È Sabato; vado a fare la SS. Comunione. Che farò? In ogni modo obbedisco. Se potessi ottenere una visitina dalla Mamma mia! Ma no, mi ricordo del peccato commesso ieri sera: uno sguardo fatto sopra me stessa . È vero che stamani me ne sono subito confessata, ma che, la Madonna in particolare a me non mi perdona sì facilmente. Mi vuole perfetta.
È Sabato sera; Dio mio! Che castigo! È il maggior castigo che tu possa darmi, di privarmi della visita di Maria SS., e appunto vicina il Sabato che sempre cado in tante mancanze...
12 agosto, Domenica
Aridità di spirito.
Sono giunta a Domenica. Che svogliatezza, che aridità! Ma pure non voglio lasciare le mie solite preghiere.
15 agosto, Mercoledì
Alle aridità succedono le consolazioni. Le appare M. Maria Teresa doandandole ancora preghiere. Maria SS.ma prende il cuore di Gemma per conservarlo in cielo.
Sono arrivata in questo stato di aridità e di mancanza di Gesù fino a oggi Mercoldì. Da Venerdì più non l’ho senito. Il Confessore mi accerta che sarà per castigo dei miei peccati o per vedere se posso stare senza Gesù, e per stimolarmi ad amarlo di più. Sono stata sempre sola, voglio dire senza Gesù. L’Angelo Custode non mi ha lasciata neppure un secondo; eppure quante mancanze, quanti difetti, anche in presenza sua! Dio mio, tu abbi misericordia di me! Ho fatto sempre la Comunione, ma Gesù come se più non ci fosse. Ma Gesù voglia lasciarmi sola anche oggi in una solennità sì grande? La Comunione l’ho fatta con assai più consolazione, ma senza sentir Gesù. Ho pregato parecchio in questi giorni, perché voglio una grazia da Gesù.
Oggi M. M. T. [= Madre Maria Teresa] deve andare in Paradiso: io lo spero. Ma come fare a saperlo? Raccogliermi non posso, se non sono in un luogo sicuro. Il mio Angelo Custode oggi farà anche da guardia alla mia porta.
Eccomi alle 9¼ di questo gran giorno. Mi sento al solito un interno raccoglimento; ho pregato l’Angelo Custode di sorvegliarmi e che nessuno veda; mi sono nascosta nella stanza delle monache.
O non è passato gran tempo, che al raccoglimento è giunto il rapimento. (Non creda chi legge queste cose a nulla, perché posso benissimo ingannarmi; che Gesù mai non lo permetta! Lo faccio per obbedienza, e mi sottometto a scriere con gran ripugnanza).
Erano circa le 9½, leggevo : tutto ad un tratto sono scossa da una mano che leggermente mi posava sulla spalla sinistra. Mi volto impaurita; ebbi paura, feci per chiamare, ma mi trattenne. Mi voltai e vidi una persona vestita di bianco: conobbi una donna; la guardai, il suo sguardo mi assicurò che non temessi di nulla: «Gemma, - mi disse dopo qualche minuto - mi conosci?». Dissi di no, perché ben potevo dirlo; soggiunse: «Io sono Madre Maria Teresa del B. Gesù; ti ringrazio tanto tanto che tu ti dia tanta premura, perché presto possa raggiungere la mia eterna felicità».
Tutto questo accadeva, mentre io ero propriamente sveliata e in pieno conoscimento di me stessa.
Soggiunse: «Seguita ancora, ché ho ancora qualche giorno da soffrire». E nel dirmi così mi fece una carezza, e andò via.
Quei suoi sguardi, devo dirlo, m’ispirarono molta fiucia. Da quell’ora raddoppiai le mie preghiere per quel’anima, affinché presto possa raggiungere il suo fine; ma le mie preghiere son troppo deboli; o vorrei che presso le anime del Purgatorio dovessero aver la forza delle preghiere dei Santi!
Da quel momento soffrii sempre, fino alle 11 circa che non potei esser sola. Sentivo dentro di me un certo raccoglimento, una voglia di andare a pregare, ma come fare? Non potevo. Quante volte mi toccò a insistere! Finalmente l’ebbi il sospirato permesso, e me ne andai con la Mamma mia, ma ben pochi momenti; ma furono momenti preziosi!
Per i miei cattivi portamenti, Gesù non permise che la Madonna venisse come sempre sorridente, ma invece assai meta (ed io ne ero la cagione). Mi rimproverò un po’, ma si rallegrò anche di una cosa (che qui credo bene di non noare), e quella cosa fece tanta consolazione anche a Gesù! e per premiarmi di quella fu appunto che venne [la Madonna], ma, come ho detto, seria; mi disse alcune parole, tra le quali disse: «Figlia, quando io andrò in Cielo, staattina porterò con me il tuo cuore».
In quel momento allora mi sembrò che mi si avviciasse... me lo tolse, lo prese con sé, nelle sue mani, e mi disse: «Non temere di nulla, sii buona; io terrò il tuo cuore sempre lassù con me, sempre in queste mie mani». Mi benedì in fretta, e nell’andar via pronunziò ancora queste parole: «A me mi hai dato il cuore, ma Gesù vuole ancora un’altra cosa». «Che cosa?» gli dissi. «La volontà», mi rispose, e sparì.
Mi trovai per terra, ma quello so benissimo quando accadde: quando fece cenno di avvicinarsi e di levarmi il cuore.
Benché queste cose al primo apparire mi impauriscono, pure alla fine finisco coll’essere sempre in infinite consolazioni.
16 agosto, Giovedì
Presa da grave timore di dannarsi alla vista dei suoi peccati, è animata dall’Angelo a confidare nella misericordia di Dio. Soffre con Gesù, che le annunzia la prossima liberazione di Maria Teresa dalle pene del purgatorio e le promette nuove dolcezze nella santa Comunione.
Eccomi a Giovedì. La solita ripugnanza mi giunge; il timore di perdere l’anima mi viene; il numero dei peccati e l’enormità di essi, tutto mi si spalanca davanti. Che agitazione! In quei momenti l’Angelo Custode mi suggerì all’orecchio: «Ma la misericordia di un Dio è infinita». Mi quietai.
Cominciai presto assai a patire nel capo: saranno state circa le 10. Quando fui sola, mi buttai sul letto; soffrii un po’, ma Gesù non tardò a comparire, mostrandosi anch’esso che soffriva tanto. Gli ricordai i peccatori, pei quali Lui pure mi animò a offrir tutti i miei piccoli patimenti all’Eterno Padre, per essi.
Nel mentre che ero con Gesù e soffrivo, e soffriva Lui pure, mi venne un forte desiderio, quasi da non poter resitere. Gesù se ne avvide, e mi dimandò: «Che vuoi che faccia?». Ed io subito: «Gesù, per pietà alleggerisci i tormenti a M. M. Teresa». E Gesù. «Già l’ho fatto. Vuoi altro?», mi diceva. Allora mi feci animo e gli dissi: «Gesù, salvala, salvala». E Gesù così mi rispose: «Il terzo giorno dopo l’Assunzione della mia SS. Madre, verrà anch’essa sprigionata dal Purgatorio, e la condurrò con me nel Cielo».
Quelle parole mi ricolmarono di una gioia tale, che non saprei esprimere. Parecchie altre cose mi disse Gesù; io gli chiesi ancora perché dopo la SS. Comunione non mi faceva più gustare quelle dolcezze di Paradiso. Mi rispose prontamente: «Non ne sei degna, o figliuola»; ma mi proise però che la mattina dopo l’avrebbe fatto.
Come fare a arrivare alla mattina? È vero, rimanevano poche ore ma per me erano anni; non ho chiuso mai gli occhi al sonno; mi consumavo, avrei voluto che fosse subito venuta la mattina: in una parola, stanotte mi è sembrata lunghissima, ma è giunta finalmente [la mattina].
17 agosto, Venerdì
Che istanti felici si passano con Gesù! Nel toglierle la corona di spine, Gesù la benedice con mano raggiante, versando sopra di lei un’abbondanza di grazie. L’Angelo le raccomanda l’obbedienza e le dà alcuni avvisi per il Confessore. Ripugnanza che prova nello scrivere.
Gesù, appena è arrivato sulla mia lingua (cagione tante volte di tanti peccati), mi si è fatto sentire. Non ero più in me, ma dentro di me Gesù, mi è sceso nel seno. (Dico nel seno, perché il cuore non l’ho più: lo ho dato alla Mamma di Gesù). Che istanti felici si passano con Gesù! Come ricambiare i suoi affetti? Con quali parole esprimere il suo amore, con questa povera creatura? Ma pure si e degnato venire. È proprio impossibile, sì, è impossibile non amar Gesù. Quante volte me lo dimanda se lo amo e lo amo davero. E ne dubiti ancora, Gesù mio? Allora Lui si unisce sempre più a me, mi parla, mi dice che mi vuole perfetta, che mi ama assai anche Lui e che lo contraccambi .
Dio mio, come fare per rendermi degna di tante grazie? Dove non arrivo io, supplirà per me il mio caro Angelo Cutode. Dio voglia che mai mi abbia ad ingannare per me, e non abbia neppure ad ingannare gli altri.
Ho passato il resto della giornata unita con Gesù; soffro un po’, ma nessuno del mio patire se ne avvede; solo di quando in quando mi esce qualche lamento; ma, Dio mio, è proprio involontario.
Oggi poi poco, anzi nulla ci è voluto per farmi raccogliere: la mia mente già era con Gesù, e ci sono subito andata anche con lo spirito. Quanto si è mostrato affetuoso oggi con me Gesù! Ma quanto soffre! Faccio tanto per diminuirglielo, e vorrei fare, se mi fosse permesso. Mi si è avvicinato oggi, mi ha levata la corona della mia testa, e poi non ho veduto come sempre riporla sul suo capo; la teneva nelle sue mani, tutte le piaghe aveva aperte, ma non buttavano sangue come sempre, erano belle.
È solito benedirmi prima di lasciarmi; infatti ha alzato la sua mano destra; da quella mano allora ho veduto uscire una luce più assai più forte che del lume. Esso teneva quella mano alzata; io restavo fissa a guardarlo, non mi potevo saziare di contemplarlo. O se potessi farlo conoscere, vedere a tutti quanto è bello il mio Gesù! Mi ha beneetta con quella stessa mano, che aveva alzata, e mi ha laciata.
Dopo questo che mi era accaduto, avrei saputo volenieri che cosa volesse dire quella luce che usciva dalle piahe, in particolare dalla mano destra, con la quale mi ha benedetta. L’Angelo Custode mi ha dette queste parole: «Figliuola, in questo giorno la Benedizione di Gesù ha versato sopra di te un’abbondanza di grazie [che] quella luce significava» .
Ora mentre scrivevo, si è avvicinato e mi ha detto: «Mi raccomando, figlia mia, obbedisci sempre, e in tutto. Palesa ogni cosa al Confessore; digli che non ti trascuri, ma ti nasconda». E poi ha soggiunto: «Digli che Gesù vuole, che abbia assai più premura verso di te, se ne dia più pensiero; se no tu sei troppo inesperta».
Queste cose me le ha ripetute anche ora che ho già scritto; me le ha dette più volte, sono svegliata , e mi è sembrato proprio di vederlo e di udirlo parlare. Gesù, sia sempre fatta la tua SS. Volontà.
Ma quanto soffro nel dovere scrivere certe cose! La ripugnanza che provavo sul principio, anziché diminuirmi, assai più si va a crescere, ed io provo una pena da morire. Quante volte oggi ho tentato di cercarli e bruciarli tutti [i miei scritti]! E poi? Tu forse, o Dio mio, vorresti che scriessi anche quelle cose occulte, che mi fai conoscere per tua bontà, per sempre più tenermi bassa e umiliarmi? Se lo vuoi, o Gesù, son pronta a fare anche quello: fa’ conoscere la tua volontà. Ma questi scritti a che gioveranno poi? Per tua maggior gloria, o Gesù, o per farmi sempre più cadere nei peccati? Tu che hai voluto che faccia così, io l’ho fatto. Tu pensaci; nella piaga del tuo S. Costato, o Gesù, nascondo ogni mia parola.
18-19 agosto, Sabato – Domenica
Maria Teresa, accompagnata da Gesù e dal suo Angelo Custode, viene a ringraziare la Santa e se ne vola al cielo.
Nella S. Comunione stamattina Gesù mi ha fatto conoscere che stanotte a mezzanotte M. M. Teresa, volerà in Paradiso. Nient’altro per ora.
Gesù mi aveva promesso di darmi un segno. Son giunta a mezzanotte: nulla ancora; eccomi al tocco: neppure; verso il tocco e mezzo mi sembrò che la Madonna venisse a darmi avviso, che l’ora si avvicinava.
Dopo un po’ di tempo infatti mi è parso vedermi veire innanzi M. Teresa vestita da Passionista, accompagnata dal suo Angelo Custode e da Gesù. Quanto era cambiata dal giorno che la vidi per la prima volta. Ridendo si avvicinò a me, e disse che era veramente felice, e andava a godere il suo Gesù eternamente; di nuovo mi ringraziò, e soggiunse: «Avvisa M. Giuseppa , che io sono felice e si metta in quiete». Mi fece più volte cenno con la mano di dirmi addio, e insieme con Gesù e il suo Angelo Custode volò al Cielo circa le 2½.
In quella notte soffrii assai, perché io pure volevo anare in Paradiso, ma nessuno fece atto di portarmici.
Il desiderio che da tanto tempo Gesù aveva fatto nacere in me, alfine mi è stato soddisfatto: M. Teresa è in Paradiso; ma anche dal Paradiso mi promise di tornarmi a vedere.
20 agosto, Lunedì
I rimproveri dell’Angelo. Terribile assalto diabolico, che la Santa supera felicemente invocando la virtù del sangue preziosissimo di Gesù Cristo. Dolore dei peccati; benevola assistenza ed ammaestramenti dell’Angelo.
Ieri il giorno ebbi di nuovo da parlare coll’Angelo Custode; mi rimproverò anzitutto la mia svogliatezza nella preghiera; parecchie altre cose mi ricordò: tutto sempre riguardo agli occhi, minacciandomi severamente. Ieri sera in chiesa di nuovo mi ricordò ciò che mi aveva detto il giorno, dicendomi che dovevo poi renderne conto a Gesù. Infie, prima di andare a letto, nell’atto di chiedergli la benedizione, mi avvisò che Gesù oggi, 20 Agosto, voleva farmi dare un assalto dal demonio, e questo perché ero stata per qualche giorno trascurata nella preghiera. Mi avvisò che il demonio avrebbe fatto ogni sforzo per impedirmi di pregare, massime con la mente per tutt’oggi, e mi avrebbe privata anche delle sue visite (voglio dire dell’Angelo Custode), ma solo per oggi.
Ho fatto la SS. Comunione, ma chi sa in quale stato! Tanto distratta, e la mente l’avevo a stanotte, cioè a un brutto sogno, anzi, sudicio, che ho riconosciuto preparato dal diavolo.
O Dio, il momento dell’assalto è venuto; ma è stato forte, anzi direi quasi terribile. Nessuna benedizione, nesuno scapolare bastava a frenare la tentazione più brutta, più sudicia che si possa immaginare; era così orrendo [il demonio]! che ho chiuso gli occhi, e non l’ho mai aperti, se non quando ero assolutamente libera. Mi faceva venire in mente le cose più sudicie che ci sono, e perfino con le mani è arrivato...
Dio mio, se sono senza nessun peccato, lo devo a te solo. Tu sia ringraziato. Che dire in quei momenti? Cercar Gesù e non trovarlo, è una pena più grossa che la tentazione stessa. Quello che provo, lo sa solo Gesù, che di nascosto mi guarda e se ne compiace. Ad un certo punto che la ten-tazione pareva che prendesse più forza, mi è venuto in mente di invocare il S. P. [= Santo Papà] di Gesù, ho gridato: «Eterno Padre, per il Sangue di Gesù liberami».
Non so quello che è accaduta: quel cosaccio di diavolo mi ha dato una spinta sì forte, mi ha tirato giù dal letto, mi ha fatto battere il capo con tanto impeto in terra, che ho sentito gran dolore; ho perduto i sensi e son rimasta per terra, fino a tanto che non mi sono riavuta, dopo assai tempo.
Sia ringraziato Gesù, che oggi pure è passato nel miglior modo che a Lui è piaciuto.
Il resto del giorno l’ho passato benissimo. Stasera, come è solito accadermi spesse volte, mi sono venuti alla mente tutti i miei gran peccati, ma con tanta enormità, che ho dovuto farmi forza per non pianger forte: ne sentivo un dolore sì vivo, che mai avevo provato. Il numero di essi, oltrepassa mille volte la mia età e la mia capacità: però, ciò che mi consola, ne ho provato grandissimo dolore, che vorrei, che questo dolore mai si cancellasse dalla mia mente, e mai mi diminuisse. Dio mio! fino a che è giunta la mia malizia!
Stasera, per dire la verità, aspettavo Gesù, ma che! non è comparito nessuno; solo l’Angelo Custode non cessa di vigilarmi, di istruirmi e darmi dei savi consigli. Più volte al giorno mi si fa vedere e mi parla. Ieri mi tenne compagnia mentre mangiavo, però non mi forzava, come fanno gli altri. Dopo che ebbi mangiato, non mi sentivo niente bene; allora lui mi porse una tazzina di caffè sì buono, che guarii subito, e poi mi fece anche un po’ riposare. Tante volte gli faccio chiedere a Gesù se lo lascia tutta la notte con me; va a dirglielo, poi torna e non mi lascia fino alla mattina, se Gesù glielo permette.
21 agosto, Martedì
Aspetta una visita di S. Gabriele.
Forse m’ingannerò, ma oggi aspetto una visitina di C. G. [= Confratel Gabriele], e se fosse vero, devo parlargli di tante cose. Gesù, lume, lume non a me, ma a P. G. [= Padre Germano] e al Confessore.
22 agosto, Mercoledì
Rimproveri dell’Angelo e dolce visita di Gesù, che le parla del’anima santa della Sig.ra Giuseppina Imperiali. Il suo Angelo Custode mai l’abbandona; altri Angeli le si fanno vedere.
Ieri l’Angelo Custode mi avvisò che nel corso della giornata doveva venire Gesù; mi gridò, mi chiamò superba, ma poi ci rimettemmo ben presto. Non ci pensai più alla visita di Gesù, perché non ci credevo; ma nel mettermi a fae le preghiere della sera mi sentii raccogliere con Gesù, che mi fece subito un dolce rimprovero, dicendomi: «Gema, non mi vuoi più?» «O Dio mio, Dio mio, - gli risposi - come non ti cerco? Ti desidero da per tutto, ti voglio, ti cerco sempre, bramo te solo».
Ma mi venne in mente subito di dimandargli: «Ma, Gesù, sei venuto stasera, e allora non verrai dimani sera». Mi promise di sì. Ma il Confessore mi ha detto che ne sarà responsabile la mia coscienza, se soffrissi e non mi sentissi bene; se mi sento bene, la stessa ora posso soffrire con Gesù; se no Gesù venga pure, ma senza farmi soffrire; mi trattenga con Lui e lo compatisca, e faccia parte con Lui a quella mortale tristezza che patì nell’orto degli olivi. In ogni modo obbedirò.
Mi parlò pure Gesù, senza che io ne parlassi, dell’anima santa della Signora Giuseppina Imperiali. «O quanto mi è cara! - ripeteva Gesù. - Vedi, - soggiungeva - essa soffre tanto, non ha un minuto di tregua. Felice lei!». Mi lasciò, come è solito, in una consolazione inesprimibile.
Per grazia di Gesù e per sua infinita misericordia l’Anelo Custode non un minuto secondo mi abbandona. Ieri ne vidi più degli Angeli: il mio mi assisté continuamente, e ne vidi un altro pure di un’altra persona, e qui non occorre certo che descriva i più minuti particolari: se l’obbedienza lo volesse, sarei pronta, ma per ora... basta... A un caso me ne ricorderò.
23 agosto, Giovedì
Aridità e ripugnanze; la corona di spine; amorosa gara con Gesù.
Oimè! la sera viene, e il solito raffreddamento, la solita ripugnanza mi assale; la stanchezza vorrebbe vincermi, ma con un po’ di fatica non mai voglio tralasciare di fare il mio dovere.
Gesù stasera mi ha posata la sua corona sul mio capo circa le 10, dopo essermi un po’ raccolta. Il mio patire, che non eguaglia per niente quello di Gesù, è stato forte: persino tutti i denti mi sentivano; a ogni movimento era un forte dolore; credevo di non resistere, ma sì, va tutto bene invece.
Ho offerto per i peccatori quelle poche pene, ma in particolare per la povera anima mia. Lo pregavo che tornasse presto. Quando fu per lasciarmi, allora nacque una gara tra me e Gesù: chi di noi sarebbe andato a far visita prima (e sono andata io, vo’ dire a far la S. Comunione), e insieme ci dicemmo e restammo combinati che io andrò da Lui e Lui verrà da me. Mi promise l’assistenza del mio Sano Angelo, e mi lasciò.
24 agosto, Venerdì
Gesù le toglie la corona di spine e si trattiene amabilmente a parlare con lei, assicurandola che presto il P. Germano ci occorrerà. Premurosa assistenza e ammaestramenti dell’Angelo, il quale le insegna pure il modo di ottenere da Gesù una visita di San Gabriele.
Più tardi poi tornò Gesù a ritogliermi la corona, ma venne assai presto dicendomi che avevo fatto assai, e perché io non volevo, ché non erano anche le ore compite, mi rispose che sono sempre piccola e faccio assai così.
Soffrii continuamente per parecchie ore; mi accarezzò tanto Gesù. A un certo punto del nostro ragionamento, gli chiesi lume per il Confessore; allora mi venne fatta una spia all’Angelo Custode . Mi aveva detto alla mattina avanti che P. Germano ha assai lume sopra di me, e mi vuole bene. Riferii senza pensare la cosa a Gesù, e Gesù non saeva nulla che l’Angelo Custode me l’avesse detto ; si fece un po’ serio e mi disse che non vorrebbe che l’Angelo Cutode mi facesse le spie.
Ma mentre così parlava, anziché confondermi, come mi accade quando Gesù si fa serio e severo, fui presa, al contrario, da più confidenza verso di Lui, e gli dimandai: «Gesù, non potresti...»; mi chetai, credendo di farmi caire senza parlare, e Gesù capì subito e soggiunse: «Non ti affliggere, figlia mia: P. Germano presto ci occorrerà. Hai capito?», mi dimandò. «Sì», risposi. E per ultimo mi ripeté queste parole: «Non temere, ché presto ci occorrerà». Mi fece cenno con la mano che si allontanava, e mi sparì.
Più tardi ancora poi andai in Chiesa per avere al solito la Benedizione, ma mi pareva di essere stanca; infatti ero davvero, ma non è, come ho detto più volte, stanchezza propria, è svogliatezza e poca voglia di pregare; l’Angelo Custode mi disse in un orecchio che pregassi pure anche stando a sedere. Sulle prime non potevo cedere, ma inisté due volte, e allora obbedii e stetti sempre a sedere. Certo che ne ebbi piacere, perché non potevo stare in ginocchio.
Ieri sera pure mi fece capire che quando Gesù si laenta con me perché non faccio la meditazione, non vuol dire del Giovedì e Venerdì, intende parlare degli altri giorni: ed è vero infatti, perché in quei due giorni mai la dimentico. Gli promisi di essere più esatta nel farla, e mi comandò di andare a letto, dicendomi che ero stanca e badassi bene di dormire. Mi raccomandai che stasse con me, ma non me lo promise: è vero, non ci è mai stato.
«Ora poi - gli dissi - corri da Gesù e pregalo tanto, perché dimani sera devo tornare a confessarmi e bisogna che lo veda»; e Lui subito pronto: «E se venisse Confratel Gabriele?». «Sarebbe lo stesso - risposi. - Ma o Gesù o Lui, Conf. Gabriele, bisogna che in ogni modo li veda; pregalo che me la conceda questa grazia: mi è necessario». «Puoi dirlo a me?», mi disse. «Tu pure - risposi - va’ da Gesù e fatti dire ogni cosa, e poi torna a dirmele». Mi fece cenno di sì.
Mi aveva parlato pochi momenti fa di Confratel Gariele e, come sempre al sentirlo anche solo ricordare mi sento tutta rallegrare, non potei fare a meno di esclamare: «Confratel Gabriele, quanto è che l’aspetto, quanto lo desidererei!». «E appunto per questo, perché hai questo desiderio sì forte, Gesù non vuole contentarti». Allora ridendo m’insegnò che quando veniva Gesù, non mi facessi conoscere di aver la smania di vedere Conf. Gabriele, ché allora mi contenterebbe facilmente.
Intesi che scherzava, poiché so che a Gesù non si può nasconder nulla.
«Sii indifferente, - mi ripeté - e vedrai che Gesù te lo manda più spesso». «E non mi riesce esserlo», gli dissi. «T’insegno io; devi dirgli così a Gesù: Se viene, bene; se no, è lo stesso»; e nel dire così rideva forte forte.
Allora lo ripetei pure anch’io; ma Lui capii che si divertiva. Mi comandò di andare a letto, dicendomi che per quella notte dovevo esser sola, perché se ci fosse stato Lui, non avrei mai dormito, e se ne andò.
È vero, perché quando ci è Lui, non dormo: m’insegna tante cose perché lo interrogo io. Mi racconta tante cose che si fanno in Paradiso, e passa presto presto la notte. Ma stanotte non è stato così: mi ha lasciata sola, e ho dormito: più volte però mi sono svegliata, e allora mi diceva subito: «Dormi, se no scappo davvero».
Ho sentito tuonare forte forte e avevo paura, e allora è venuto e si è fatto vedere; mi ha benedetta di nuovo e mi risono addormentata.
25 agosto, Sabato
Il demonio, in sembianza dell’Angelo Custode, la tenta e la percuote; viene poi l’Angelo vero a darle avvisi e conforti. Visione di Maria.
Nella Comunione stamattina nessuna consolazione, ogni cosa con freddezza. Sia fatta la SS. Volontà del mio Dio. Oggi che avverrà? Gesù non viene, e neppure me lo sento vicino. Vado per riposarmi, mi vedo venir davanti l’Angelo Custode, che riconobbi per il mio; ma fui presa da un po’ di paura e da turbamento anche nell’interno.
Tante volte mi assale la paura, quando vedo comparire qualcuno; ma a poco a poco mi passa e termina in consolazione. Ieri invece il turbamento cresceva e perfino, se mi toccava, scuotevo: cosa che mai mi accade, quando veramente è il mio caro Angelo. Stavo insomma incerta su questo, quando mi domandò: «Quando vai a confessarti?» «Stasera», risposi. «E perché? che ci vai a fare tanto spesso? non sai che è un imbroglione il tuo Confessore?». E mi rinvenni di che cosa si trattava, e mi segnai più volte; allora colpi da farmi scuotere. Il mio Angelo non mi parla mai in simile guisa.
Durai per più tempo combattendo in quel modo, e promisi che a suo dispetto sarei andata a confessarmi; e ci andai infatti. Chiamavo Gesù, la mia Mamma, ma che! nessuno. Dopo del tempo si fece vedere un po’ l’Angelo Custode vero, obbligandomi a confessarmi di ogni cosa, e mi parlò di due cose da dirgli [al Confessore].
Il turbamento e la paura del nemico presto sparì, e ritornai in calma, fino che non fu il tempo di andare a confessarmi: non volevo andarci a nessun patto. Con forza vi andai, ma pochissimo potei parlare. Ma pure ogni cosa voglio dire, scriverò.
La mia carissima Mamma ieri sera non mancò, ma fu così breve la sua visita; ma mi consolò tanto . La pregai più che potei per me, affinché mi conducesse in Paradiso; per altri ancora pregai caldamente. Come mi sorrideva quando ripetutamente la chiamavo mamma! Si avvicinò, mi fece una carezza, e mi lasciò in compagnia dell’Angelo Custode, che si è mantenuto affabile e allegro fino alla mattina.
26 Agosto, Domenica
Forti rimproveri e volto severo dell’Angelo.
Alla mattina mi ha lasciata [l’Angelo Custode], dopo che sono uscita di camera. Ho fatto la SS. Comunione senza saper nulla di Gesù; nel corso della mattinata mi sentivo una voglia sì forte di piangere, che bisognava che mi nascondessi agli sguardi degli altri per non farmene avvedere: mi sentivo inquieta di coscienza e non sapevo a che appigliarmi. Dio mio, che mi accingo a descrivere! Ma sarà bene, perché se a qualche persona capitasse nelle mani questo mio libro, riconoscerà in me se non altro che una disobbediente e una cattiva.
Ieri, in tempo che mangiavo, alzo gli occhi e vedo l’Angelo Custode che mi guardò con un viso così severo da spaventare; non parlava. Più tardi, quando andai un momento a letto, Dio mio! mi comandò di guardarlo in faccia; lo guardai, abbassai quasi subito poi lo sguardo, ma lui insisteva e disse: «Non hai vergogna di commettere mancanze in presenza mia; dopo commesse poi la senti la vergogna!».
Insisteva che lo guardassi; per più di mezz’ora circa mi fece stare in presenza sua sempre a guardarlo in faccia: mi lanciava certi sguardi sì severi...
Non feci che piangere. Mi raccomandavo al mio Dio, alla Mamma nostra, affinché mi togliesse di lì, ché non potevo più a lungo resistere. Di quando in quando mi ripeteva : «Mi vergogno di te». Pregavo pure che altri non lo vedessero così in quello stato, perché neppure più una persona si sarebbe a me avvicinata; non so se altri lo videro.
Soffrii una giornata intera, e sempre quando alzava gli occhi, mi guardava sempre severo; non potei raccogliermi un minuto. Alla sera pure feci le mie preghiere, e sempre stava a guardarmi nella stessa maniera; mi lasciò andare a letto, mi benedì però; ma non mi abbandonò: è stato per più ore con me, senza parlare e sempre severo.
Io mai non ho avuto coraggio di rivolgergli una parola, solo dicevo: «Dio mio, che vergogna se altri vedessero il mio Angelo così arrabbiato!»
In nessun modo ieri sera non mi riusciva prender sonno; sono stata svegliata fino alle 2 passate: lo so, perché ho sentito sonar l’orologio. Stavo ferma nel letto, la mente rivolta a Dio, ma senza pregare. Infine, dopo sonate le 3, ho veduto l’Angelo Custode avvicinarsi, farmi una carezza , posarmi una mano sulla fronte, e mi ha dette queste parole: «Dormi cattiva!». Non l’ho più veduto.
27 Agosto, Lunedì
Nella santa Comunione Gesù le fa intendere il motivo per cui l’Angelo le si mostra così severo.
Stamani ho fatto la S. Comunione: non avevo coraggio di farla. Gesù mi è parso che mi abbia data un po’ di conoscenza della cagione per la quale l’Angelo Custode è così: l’ultima confessione fatta male . Purtroppo è stato vero.
28 Agosto, Martedì
Dopo la Confessione l’Angelo torna ad esserle sorridente ed amabile, e l’assicura del perdono di Gesù.
L’Angelo Custode si è mantenuto così severo fino a stamani, che non ho palesato ogni cosa al Confessore. Subito uscita di confessionario, mi ha guardato ridendo, con un’aria di compiacenza: sono ritornata da morte a vita. Più tardi poi mi ha parlato da se stesso (io non avevo coraggio d’interrogarlo): mi ha domandato come stavo, perché non mi sentivo bene la notte innanzi. Gli ho risposto che solo lui poteva guarirmi; si è avvicinato, mi accarezzava tanto tanto e mi diceva che fossi buona.
Ripetutamente gli dimandavo se mi volesse bene come prima, e se mi amasse egualmente; mi rispondeva in questo modo: «Oggi non mi vergogno di te, ieri sì». Gli dimandavo più volte perdono, e faceva cenno di essere [stato perdonato] ogni trascorso. Infine l’ho mandato da Gesù per tre cose: 1° Se fosse ora contento di me? 2° Se mi avesse perdonato ogni cosa? 3° E che mi levasse una certa vergogna da dosso per far l’obbedienza al Confessore...
È andato subito via, ed è tornato assai tardi: mi ha detto che Gesù è assai contento; che mi ha perdonato, ma per l’ultima volta; in quanto alla vergogna disse che Gesù gli aveva risposto queste precise parole: «Digli che obbedisca perfettamente».
Più tardi poi andai a letto, ma sentii poco dopo un po’ di rimorso. Pensavo, è vero, al soggetto della Meditazione della Passione, ma nel letto. Mi ha dimandato a che cosa pensassi il mio Angelo. «Alla Passione - ho risposto. - Che dirà di me Gesù che faccio questa vita sì comoda, prego poco, e nel letto; insomma tutto il tempo della preghiera lo passo nel letto?». Questo purtroppo è ogni cosa vero. Mi rispose che ne pensavo io di questa cosa. «È svogliatezza», soggiunsi. Ma gli promisi che da quella sera in poi, mai più avrei pregato nel letto; altro che il giorno a me destinato per obbedienza. Da ieri sera e per tutta la notte mai si è allontanato da me, ma con un patto però: di stare zitta e dormire. L’ho fatto.
29 Agosto, Mercoledì
Scrive una lettera a S. Gabriele e la raccomanda all’Angelo Custode.
Ora poi oggi faccio una cosa: voglio scrivere a Confratel Gabriele un biglietto; dopo lo consegno all’Angelo Custode, e ne aspetterò la risposta. E questa cosa si fa senza che Gesù lo sappia lui pure mi ha detto che a Gesù non si dirà nulla.
E l’ho fatto: ho scritto una lettera assai lunga, ho parlato di tutte le mie cose senza tralasciarne alcuna; poi ho avvisato l’Angelo Custode che era in punto, e se la voleva... L’ho posta stasera, Mercoledì, sotto il guanciale, e stamani , quando mi sono alzata, non ho pensato a guardarci, perché avevo di meglio in mente: andavo da Gesù.
30 Agosto, Giovedì
Presa la lettera, l’Angelo le dice che sabato prossimo avrà la risposta. Dolore dei peccati e corona di spine. La Santa per obbedire manda via Gesù.
Subito tornata, ho guardato, e curiosa! la lettera non ci era più. Dico curiosa, perché lo sento dire da altri che è una cosa strana; a me non mi sembra però. L’Angelo Custode poi mi ha dimandato se ci occorresse risposta. Io ho riso. «E altro - gli ho detto - se ci occorre!». «Ebbene - ha soggiunto - fino a Sabato non puoi averla». Pazienza dunque fino a Sabato.
Intanto eccomi al Giovedì sera. O Dio! tutti i miei peccati mi si presentano davanti. Che enormità! Sì, sappiatelo tutti: la mia vita fino ad ora è stata una continua serie di peccati. Sempre la vedo la gran quantità di essi, e la malizia riconosco con cui li ho commessi, ma specialmente nell’avvicinarsi del Giovedì sera: in una maniera sì spaventosa mi compariscono davanti, che divento vergognosa a me stessa e insoffribile a me medesima.
Allora, massime in quella sera, proponimenti, pentimenti, sono di continuo; ma tutte cose che poi non mantengo e torno al solito. Un po’ di forza, un po’ di coraggio mi viene quando sento che Gesù in quell’ora mi mette la corona delle spine e mi fa soffrire fino alla sera del Venerdì; perché ciò offerisco per le anime peccatrici, in modo particolare per la mia.
Così avvenne ieri sera Giovedì; mi sembrò che Gesù facesse, come era solito in quella sera: mi posò le spine sul mio capo, cagione di tante pene al mio caro Gesù, e me la lasciò per più ore. Mi fece un po’ soffrire, ma che dico soffrire, godere. È un godere quel soffrire. Quanto era afflitto! E la cagione: per tanti peccati che si commettono, e per tante anime ingrate, che Lui tanto benefica, e poi riceve tutto al contrario. Di questa ingratitudine quanto mi sento colpevole io stessa! Al certo Gesù avrà detto di me.
Finita l’ora dell’obbedienza, il mio Angelo Custode mi avvisò; che fare? Gesù si tratteneva ancora,. ma ben vedeva l’imbarazzo in cui mi trovava. Mi ricordò l’obbedienza, e per obbedire dovevo mandar via Gesù, perché l’ora era trascorsa. «Via, - mi disse Gesù - dammi un segno fin da ora che sempre obbedirai». Allora esclamai: «Gesù, va’ pure, ch’ora più non ti voglio». E Gesù sorridendo mi benedì, insieme a tutti i membri del S. Collegio , e raccomandandomi all’Angelo Custode, mi lasciò sì contenta da non potermi esprimere.
Son solita in quella notte di non poter dormire, perché sto unita con Gesù, in unione più stretta del solito, e poi anche perché mi sembra che mi dolga un po’ il capo; vegliai insieme al mio caro Angelo.
31 Agosto, Venerdì
Soffre assai per il dolore del capo, ma gode di patire con Gesù.
Corsi alla mattina a fare la S. Comunione, ma non potei parlare nulla, stetti sempre in silenzio: il dolor del capo me lo impediva. Dio mio, quanto manco in questa cosa! Gesù per me non risparmiò nulla, ed io invece per non patire non faccio, se mi riesce, il più piccolo movimento. Che ne dirai, mio Gesù, di questa svogliatezza e cattiva volontà?
Tutta la mattina non feci che riposarmi. Venne il giorno, e nessuna fatica provai a volarmene con Gesù: mi levò le spine, mi dimandò se avessi sofferto tanto. «O mio Gesù, - esclamai - il soffrire mi comincia ora, poiché tu ti allontani. Ieri e oggi, ho sempre goduto tanto, perché mi sentivo vicina a te; ma da ora, fino che tu non ritornerai, sì davvero che sarà soffrire continuo». Mi raccomandavo: «Vieni, mio Gesù, vieni più spesso: sarò buona, obbedirò sempre, e a tutti. Contentami, Gesù». Soffrivo, mentre così parlavo, perché Gesù a poco a poco mi veniva a mancare.
Infine dopo breve tempo, mi lasciò sola, e di nuovo nel solito abbandono. Verso sera andai a confessarmi, e il Confessore, credendo che non mi sentissi bene, perché avevo un po’ sofferto, mi comandò di andare a letto, subito che fossi andata in camera, e mi comandò pure di dormire, senza parlare col mio Angelo Custode (perché alle volte si parla ore intere), e che dormissi.
Ci andai al letto, ma non potevo prender sonno, dalla curiosità che avevo: volevo dimandare all’Angelo Custode tante cose, e aspettavo che Lui stesso me lo dicesse, ma che!... mi disse più volte che dormissi. Alla fine mi addormentai.
1 Settembre, Sabato
Meravigliosa apparizione di Maria SS.ma Addolorata, a cui la Santa con filiale confidenza e semplicità manifesta quanto ami Gesù.
Stamattina per tempo poi da se stesso mi ha svegliata, e mi ha detto che oggi avrò risposta. «In che modo?» ho dimandato. «E lo vedrai», mi ha detto ridendo.
Per tutto oggi sono stata senza nessuna tentazione; verso sera me n’è sopraggiunta una all’improvviso, nella maniera più sudicia e più brutta. E qui non credo bene di narrare, perché troppo...
Chi mai si sarebbe immaginato che stasera la mia cara Mamma venisse a vedermi? Neppure ci pensavo, perché la mia cattiva condotta credevo che non glielo permettesse; pure di me ebbe compassione, e in breve tempo mi sentii un raccoglimento interno; all’interno successe come spesse volte, il capo se ne parti. Mi trovai (mi parve) con la Mamma Addolorata. Che felicità in quei momenti! Quanto è caro poter proferire il nome di mamma! Che dolcezza sentii nel cuore in quegli istanti! Lo spieghi chi può. Mi parve, dopo qualche momento di commozione, che mi prendesse in grembo e mi facesse posare il capo sulla sua spalla, che mi fece tenere per un po’ di tempo. Il mio cuore in quel momento era appieno felice e contento: altro [non] aveva da desiderare.
«Non ami che me?», mi dimandava di quando in quando. «O no! - gli rispondevo - prima di te amo un’altra persona». «E chi è?», fingendo di non saperlo mi dimandava. «È una persona a me tanto cara, più di ogni altra cosa; l’amo tanto, che darei la vita anche in quest’istante; per Lui non curo più neppure il corpo». «Ma dimmi chi è», impaziente mi dimandava. «Se tu fossi venuta ieri l’altro sera, l’avresti veduto starsene con me. Vedi, però Lui viene così di rado da me, io invece da Lui vado ogni giorno, e più volte ancora andrei, se potessi. Ma sai, Mamma mia, - ripigliavo - perché fa così? Perché vuole stare a vedere se così lontano io fossi capace di non amarlo più; ma invece quanto più è lontano, tanto più mi sento trasporto maggiore con Lui». Mi ripeteva: «Dimmi chi è». «No, non te lo dico - soggiungevo -. Tu vedessi, Mamma mia: ti somiglia te per bellezza, i tuoi capelli hanno il colore dei suoi». E la Mamma mia mi pareva che accarezzandomi mi dicesse: «Ma, figlia mia, di chi intendi parlare?». Esclamai forte: «Non mi capisci? Intendo parlare di Gesù. Di Gesù», ripetei ancora più forte. Mi guardò sorridendo e mi strinse fortemente a sé: «Amalo pure, amalo tanto, ma ama Lui solo». «Non temere, - gli dissi - nessuno al mondo potrà gustare gli affetti miei, solo Gesù».
Di nuovo mi strinse a sé, mi sembrò che mi baciasse nella fronte. e mi svegliai e mi trovai stesa per terra, col Crocifisso vicino.
Chi legge, di nuovo lo ripeto, non creda a queste cose, perché tutta mia fantasia; mi sottometto nondimeno a descrivere ogni cosa, perché legata dall’obbedienza, altrimenti vorrei fare altro. Credo che di giorno in giorno la ripugnanza che provo nello scrivere certe cose, infine cessi, ma si fa sempre maggiore: è una pena tale da non poter resistere, e quasi da morirne.
2 Settembre, Domenica
Tenerezza, severità e rimproveri dell’Angelo Custode.
Stanotte ho dormito, col mio Angelo Custode accanto; nello svegliarmi l’ho veduto vicino a me; mi ha dimandato, dove andassi. «Da Gesù», ho risposto.
Tutto il resto del giorno è corso benissimo. Dio mio, ma verso sera che è mai avvenuto! L’Angelo Custode si è fatto serio e severo; io non sapevo indovinarne la cagione, ma lui, che nulla posso celargli , in tuono severo (nel momento che mi ero messa per recitare le solite preghiere) mi ha dimandato che facessi. «Prego». «Chi aspetti?»(facendosi sempre più serio). Io non pensavo a nulla. «Confratel Gabriele», [risposi]. A sentir pronunziare quelle parole, ha cominciato a gridarmi, dicendomi che invano aspettassi, come pure aspettassi invano la risposta, poiché...
E qui mi ricordò due peccati fatti nel corso del giorno. Dio mio, che severità! Pronunziò queste parole più volte: «Mi vergogno di te. Finirò col non farmi più vedere, se fai di queste cose. Stanotte intanto non mi farò mai vedere e forse... chi sa se neppure dimani».
E mi lasciò in quello stato. Mi fece pure piangere tanto. Ho voglia di chiedere perdono, ma quando è così inquietato, non ci è caso che mi voglia perdonare.
3 Settembre, Lunedì
L’Angelo le si mostra di nuovo benevolo e le dà santi avvertimenti.
Non l’ho più riveduto stanotte, neppure stamattina; oggi mi ha detto che adorassi Gesù, che si trovava solo, e poi è risparito.
Stasera poi era assai meglio della sera innanzi; gli ho chiesto più volte perdono, e pareva disposto a perdonarmi. Stanotte è stato sempre con me: mi ripeteva che fossi buona e non disgusti più il nostro Gesù, e quando sono alla sua presenza, stia meglio e più divota .
Dal 19 luglio al 3 settembre 1900
Giovedì, 19 Luglio, 1900.
Le appare Gesù, che le pone in capo la corona di spine.
Stasera finalmente, dopo 6 giorni di patire per la lontananza di Gesù, mi sono un po’ raccolta . Mi sono messa a pregare, come sono solita ogni Giovedì; sarei voluta stare in ginocchio. ma l’obbedienza voleva che stassi nel letto, e così feci; mi misi a pensare alla Crocifissione di Gesù. Sul primo non sentivo nulla, dopo qualche minuto mi sentii un po’ di raccoglimento: Gesù era vicino. Al raccoglimento mi successe come altre volte: mi andò via il capo e mi trovai con Gesù, che soffriva pene terribili.
Come fare veder soffrire Gesù e non aiutarlo? Mi sentii allora tutta in un gran desiderio di patire, e chiesi a Gesù di farmi questa grazia. Mi contentò subito, e fece come aveva fatto altre volte: mi si avvicinò, si tolse dal suo capo la corona di spine e la posò sul mio, e poi mi lasciava stare.
Vedeva poi che io lo guardavo zitta zitta, capì subito un pensiero che in quel momento mi venne; pensai: Forse Gesù non mi ama più, perché è solito Gesù che, quando mi vuol fare conoscere che mi vuol bene, mi pigia bene bene quella corona sulla testa oppure dalle parti alla testa. Gesù capì e con le sue mani me la pigiò nelle tempie. Sono momenti dolorosi, ma momenti felici. E così mi trattenni un’ora a soffrire con Gesù. Avrei voluto starci sempre tutta la notte, ma siccome Gesù ama tanto l’obbedienza, Lui stesso si sottomise a obbedire al Confessore e dopo un’ora mi lasciò: voglio dire che Lui non si fece più vedere da me, ma accadde una cosa che non era mai successa. Gesù è solito, ogni volta che mi pone in capo la sua corona, quando mi lascia, me la leva e se la rimette sul suo capo; ieri invece me la lasciò fino alle 4 circa.
Per dire il vero soffrii un po’, ma pure mi riuscì di lamentarmi una sola volta. Gesù mi perdonerà se alle volte mi esce qualche lamento, perché è proprio involontario. Soffrivo poi tanto a ogni movimento che facevo: che poi era tutta mia fantasia .
20 luglio, Venerdì
Gesù le toglie la corona di spine e si trattiene amabilmente con lei, dicendole che tanto l’ama, perché a lui simile, che col tempo l’avrebbe fatta santa.
Ieri poi, alle 4 circa, mi venne un desiderio di unirmi un altro po’ con Gesù; mi provai e mi unii subito con Lui. Per dire il vero sentivo tanta ripugnanza, perché mi sentivo stanca, e senza forza; mi trovai di nuovo davanti a Gesù. Si mise accanto a me, ma non era più triste come la notte, era più allegro; mi accarezzò un po’, poi contento contento mi levò la corona dalla mia testa (un po’ soffrii anche allora, ma meno) e se la ripose sul suo capo, e non sentii più nessun male; ritornai anzi subito in forze, e stavo meglio allora che avanti di soffrire.
Gesù poi mi dimandò diverse cose; io pure gli dissi che non mi mandasse a confessare dal padre Vallini , ché non ci vado volentieri; Gesù allora si fece serio e un po’ arrabbiato mi disse che, subito che ne avessi bisogno, ci andassi. Glielo promisi e ci vado volentieri.
Avevo sempre tante cose da dire a Gesù e Lui sentivo che a poco per volta mi veniva a mancare; allora mi promise che più tardi, alle preghiere della sera, sarebbe tornato; ma allora era anche più contento: mi aprì il suo cuore, che vidi scritte due parole che non capivo. Glielo chiesi di saperle; mi rispose Gesù: «Io ti amo tanto, perché molto mi somigli». «In che cosa, o Gesù, - gli dissi - ché mi vedo tanto dissimile a te?». «Nell’essere umiliata», mi rispose .
Capii allora bene ogni cosa, mi tornò alla mente la mia vita passata . Un grosso difetto è stata sempre la mia passione, la superbia. Quando ero piccola, in ogni posto ove andavo, da tutti si sentiva dire che ero una gran superba. Ma Gesù, che mezzi ha usato per umiliarmi, specialmente in quest’anno! Infine ho capito chi sono veramente. Sia sempre ringraziato Gesù.
Mi aggiunse poi il mio Dio che col tempo Egli mi avrebbe fatta santa (qui non dico nulla perché è impossibile che accada di me, quel che disse Lui).
Mi dette alcuni avvertimenti da dare al Confessore e mi benedì. Capii, come sempre, che si allontanava per qualche giorno. Ma quanto è buono Gesù! appena si parte Lui, mi lascia l’Angelo Custode, che con la sua continua carità, vigilanza e pazienza mi assiste.
O Gesù, ti ho promesso che sempre obbedirò, e di nuovo lo affermo. Sia pure tutta la mia fantasia, sia pure lavoro del diavolo, in ogni modo voglio obbedire.
21 luglio, Sabato
Maria SS.ma Addolorata la fa riposare sul suo seno. È percossa dal demonio e soccorsa dall’Angelo Custode.
Oggi Sabato 21 Luglio credevo proprio di non potere in nessun modo raccogliermi. Ma appena ho potuto esser sola, mi sono provata a dire la corona dei Dolori; non so a che punto mi sono sentita portar via la testa. La mia carissima Mamma M. SS. Addolorata mi ha voluto fare una visitina (non mi ricordavo però che era Sabato, e il Sabato è solita farsi vedere).
Era pure afflitta; non so, ma mi sembrava che piangesse. L’ho chiamata più volte col dolce nome di mamma; non mi rispondeva, ma quando sentiva dire mamma, sorrideva; glielo ho ripetuto più volte, fino che ho potuto, e Lei sempre sorideva. Infine mi ha detto: «Gemma, vuoi venire a riposarti un po’ sul mio seno?». Ho fatto come per alzarmi, e inginocchiarmi e avvicinarmi a Lei; Lei pure si è alzata, mi ha baciato nella fronte, e mi è sparita.
Sono di nuovo sola, ma sicura che la Mamma mia mi ama ancora, ma che è tanto offesa. Dopo tutte queste cose, mi sento, sì, sempre afflitta, ma assai più rassegnata.
Stasera, come avevo promesso a Gesù, sono andata da P. Vallini a confessarmi. Ma chi sa, dopo uscita di confessionario, mi sono sentita subito agitata e inquieta: era segno che, il diavolo era vicino.
Purtroppo se era vicino! Ben me ne avvidi più tardi quando mi misi a dire le mie preghiere. Già, come ho detto, internamente e anche esternamente ero tutta in tempesta; avrei preferito entrare nel letto e addormentarmi anziché pregare; ma no, volli provare. Incominciai a dire tre invocazioni, che sono solita ogni sera dire al Sacro Cuor di Maria; appena mi fui messa in ginocchio, il nemico, che già da qualche ora stava nascosto, si fece vedere nella forma di un uomo piccino piccino; ma così brutto, che fui presa tutta da spavento.
La mia mente era tutta rivolta a Gesù e nulla mi curavo di lui; continuavo a pregare, ma tutto ad un tempo cominciò a darmi dei colpi nelle spalle e più giù ancora: me ne dette assai. Sarò stata circa una mezz’ora in quella tempesta; mi sono bene avveduta però che la cosa che più gli dispiaccia a lui, è il raccoglimento, che Gesù spesso spesso mi fa provare. Mi raccomandavo a Gesù, ma che! Intanto si avvicinava l’ora che dovevo obbedire, cioè di andare a letto; andarci in quel modo mi dispiaceva: non avevo ancora fatto l’esame di coscienza. Pregai il mio Angelo Custode, e mi aiutò davvero, in un modo devo dire al tutto curioso.
Appena mi si presentò, lo pregai tanto che non mi lasciasse sola. Mi domandò che avessi; gli feci vedere il diaolo, che si era assai allontanato, ma mi minacciava sempre. Lo pregai che stasse con me tutta la notte, e Lui mi diceva: «Ma io ho sonno». «Ma no, - gli ripetevo - gli Angeli di Gesù non dormono». «Ma pure - soggiungeva - devo riposarmi (ma mi accorsi che faceva per ridere); dove mi farai stare?». Io volevo dirgli che Lui si mettesse sul letto, e io stavo lì a pregare; ma allora avrei disobbedito. Gli dissi che stasse vicino a me; me lo promise.
Io andai a letto; dopo Lui mi parve che allargasse le sue ali e mi venisse sopra il capo. Mi addormentai, e stamani pue era al solito suo posto di ieri sera. Io ce l’ho lasciato; quano sono tornata dalla Messa, non ci era più.
22 luglio, Domenica
È battuta nuovamente dal demonio. Per alcuni difetti commessi l’Anelo la rimprovera aspramente.
Ho fatto la SS. Comunione, ma Gesù non mi si è fatto sentire nulla nulla; ora però mi trovo assai quieta.
Oggi poi, che credevo di essere affatto libera da quella brutta bestia, invece mi ha bussato assai. Io era andata proprio coll’intenzione di dormire, tutt’altro invece: ha cominciato in certi colpi, che temevo proprio mi facesse morire. Era in forma di un grosso cane tutto nero, e mi metteva le gambe sulle mie spalle; ma mi ha fatto assai male, perché mi ha fatto sentire tutti gli ossi . Alle volte perfino credo che me li tronchi; anzi una volta, tempo indietro, nel prender l’acqua santa, mi dette una torta tanto forte al braccio, che cascai in terra dal gran dolore, e allora mi levò l’osso proprio dal posto; ma mi ci tornò ben presto, perché me lo toccò Gesù, e fu fatto tutto.
Dopo del tempo mi ricordai che al collo ci avevo il legno della S. Croce ; potei con quello segnarmi, e tornai subito in calma. Mi misi subito a ringraziare Gesù, che mi si fece vedere, ma ben poco: mi rianimò di nuovo a soffrire e a combattere, e mi lasciò. Da allora in poi non mi sono potuta più raccogliere; sia benedetto Dio in ogni modo.
Nel corso del giorno, ieri, però bisogna che dica alcuni avvertimenti, che mi dette il mio S. Angelo. Il primo fu in tempo di desinare; mi si accostò. Devo dire ancora che in quel momento mi era venuto un pensiero non tanto puro sopra me stessa. Lui si vede lo capì, mi disse: «Figliuola, vuoi proprio che me ne vada e non farmi più vedere?». Mi vergognai e rientrai in me stessa. Queste parole le pronunziò assai forte, e non so se possono aver senito anche gli altri.
Un’altra volta fu ieri il giorno, mentre ero in chiesa; mi si accostò anche allora e mi disse: «La grandezza di Gesù e il luogo ove tu sei, meritano altra maniera di operare». In quel tempo avevo alzato gli occhi per guardare due bambine come erano vestite.
L’ultimo stanotte: ero nel letto in una maniera non tanto ammodo; mi ha rimproverato dicendomi che invece di progredire ne’ suoi insegnamenti divento sempre peggiore, e continuamente mi rallento nel bene.
Tutte queste cose poi sono sempre svegliata quando mi accadono.
A quel che mi pare, invece di esser buona e prepararmi alla visita di M. SS. Addolorata con Confratel Gabriele, per quanto faccia, non mi riuscirà.
23 luglio, Lunedì
Gesù le dà forza di vincere il demonio e di burlarsi di lui. Apparizione di S. Gabriele.
Oggi poi Gesù mi ha mostrato di nuovo che sempre continua a volermi bene, non nella maniera di prima, di unirmi con Lui o raccogliermi, ma in un’altra. Sono andata a letto, mi sono addormentata, e come dormivo bene, dopo circa un quarto (perché i miei sonni son sempre brevi), ho veduto in fondo al letto, ma per terra, il solito omino, nero nero, piccino piccino. Ho capito chi era e mi sono subito risentita per bene; ho detto: «Ma che ora hai ricominciato la storia di non farmi neppur dormire?». «Come! dormire? - mi ha risposto - perché non preghi?».
«Pregherò più tardi, - ho detto - ora dormo». «Sono due giorni veh! che non ti puoi più raccogliere; bene, lascia fare che ci penso io». Principiava a darmi qualche colpetto; ho preso il Crocifisso in mano, ma sì era inutile. Stava per montarmi addosso e darmene quante poteva. Non so quel che sia successo; l’ho veduto montar sulle furie e rotolarsi per terra.
Io ridevo: oggi mi pareva di non aver paura; mi ha detto: «Oggi non ti posso far nulla, ma te le asserbo un’altra volta». Gli ho dimandato: «Ma perché non puoi? Se altre volte hai potuto, puoi benissimo ancora: io sono la stessa, ho soltanto Gesù al collo» .
Allora mi ha detto: «Quella... che è in questa stanza, che ti ha fatto? Fatti levare quella roba da dosso, e poi vedrai» .
Io insistevo che non ci avevo nulla, perché dormivo , ma capivo di chi voleva parlare. Dopo queste parole me ne stavo contenta nel letto e ridevo, guardando i brutti versi che faceva e la rabbia che lo divorava.
Mi diceva che se prego ancora mi fa soffrire di più. «Non m’importa - dicevo. - Soffrirò per Gesù» .
Insomma, oggi mi ci sono divertita assai: lo vedevo tanto arrabbiato; mi ha promesso però di asserbarmele.
Ha aspettato a stasera, ma grazie a Dio non ha potuto durare tanto a lungo: mi ha dato tre stritolate forti assai, che dopo, per andare a letto, mi ci è voluto del tempo tanto. In certi momenti corre lontano e con tanto spavento che non so quel che abbia. Mi ridusse proprio che appena mi potevo muovere.
Quanto chiamai Gesù! Ma che, non venne mai; pregai pure il mio Angelo Custode che mi conducesse da Gesù, ma mi fu ogni cosa inutile. Si trattenne un po’ Lui con me e mi disse: «Stasera Gesù non viene neppure a benedirti, neppure io stasera ti benedico».
Mi sgomentai allora, perché se Gesù non mi benediva con forza, io non potevo alzarmi: non avevo più niente al mio posto. Si avvide allora che ero per piangere e disse: «Ma ci manda, sai, Gesù. E se tu sapessi chi ti manda stasera, quanto saresti contenta».
La mia mente allora volò subito a Confratel Gabriele. Lo dimandai, ma non mi dette nessuna risposta; mi fece stare un po’ di tempo così sossopra e piena di curiosità. Infine mi disse: «Ma se Gesù manda davvero Confratel Gabriele a beedirti, tu che farai? Non parlargli, se no disobbedisci al Confessore». «No, non parlo - risposi impaziente -; ma come può benedirmi Confratel Gabriele?». «Ma è Gesù che lo manda; eppure lo ha mandato altre volte Gesù per benedirti. Ma ti riuscirà stare zitta e obbedire?». «Sì sì, obbedirò; fallo venire».
Dopo qualche minuto venne. Che smania mi prese allora! avrei voluto... ma fui buona, mi trattenni. Mi benedì con certe parole latine, che mi sono rimaste bene in mente, e dopo suito si avviò per andare via.
O allora non potei fare a meno di dire: «Confratel Gabriele, prega la nostra Mamma che Sabato ti porti da me, e ti ci faccia stare tanto». Si voltò e mi disse ridendo: «Tu sia buona», e nel dire così si tolse dalla vita una cintola nera e mi disse: «La vuoi?». Allora sì che la volevo davvero: «Mi fa tanto bene quella lì; dammela ora». Mi fece cenno di no, che me l’avrebbe data Sabato, e mi lasciò. Mi disse che quella cintola era quella che la notte avanti mi aveva liberata dal diavolo.
24 luglio, Martedì
Tentata dal demonio, è rassicurata dall’Angelo Custode. Le appare Gesù, che dolcemente la rimprovera e le parla del monastero delle Passioniste da fondarsi in Lucca.
Ieri accadde al solito: ero andata per dormire, infatti mi addormentai, ma il demonio no, parve che non volesse. Mi si fece vedere in una maniera assai sudicia, mi tentava di scoprirmi, ma fui forte. Vedeva allora che per questa parte non poteva nulla [e] con le sue mani mi fece qualche brutta cosa addosso. Mi raccomandavo dentro me stessa a Gesù che mi togliesse la vita [piuttosto] che offenderlo.
Che tentazioni orribili che sono quelle! Tutte mi dispiacciono, ma quelle contro la S. Purità quanto mi fanno male!
Dopo poi per rimettermi in pace venne l’Angelo Custode, e mi assicurò che non avevo fatto alcun male. Mi ci lamento alle volte, perché vorrei che mi venisse a aiutare in certi moenti, e mi dice, o che lo veda o no, sta sempre sopra il mio capo; anzi ieri, perché M. SS. A. [= Maria SS.ma Addoloraa] mi aiutò davvero, e fui forte assai, mi promise che la sera sarebbe venuto Gesù a vedermi.
Arrivata a ieri s’era, aspettavo con impazienza il momento di andare in camera, presi il Crocifisso e andai a letto. Fu contento anche il mio Angelo che andassi a letto, perché..... Sentii che ero per raccogliermi, venne il mio Gesù, ma stava assai scostato da me. Che bei momenti che sono quelli!
Gli dimandai subito se mi amasse sempre, e mi rispose queste parole: « Figlia mia, ti ho arricchito di tante belle cose, senza nessun tuo merito, e mi domandi se ti amo? Temo tanto per te». «Perché?» gli dissi. «O Figlia, nei giorni che più volte godevi della mia presenza, eri tutta fervore, non ti costava nulla fatica il pregare; ora invece ti noia la preghiera; qualche negligenza nei tuoi doveri comincia a insinuartisi nel cuore. O Figlia, perché ti avvilisci così? Dimmi: nei giorni passati, ti sembrava lunga l’orazione come ora? Qualche piccola penitenza la fai, ma quando stai per risolverti!» .
Come restassi a quel dolce rimprovero non lo so; restai senza parlare. Continuai a parlargli poi del convento ; in quanto a quello assai mi consolò. Gli dissi che se mi amava, mi facesse la grazia di andare in convento; lo pregai ancora che mi dicesse qualche cosa del nuovo convento, e mi rispose: «Presto le parole di Confratel Gabriele saranno effettuate» . «Tutte tutte?» gli dimandai, quasi fuor di me stessa. «Ogni cosa, non temere: tra poco. Quando tornerà il Confessore, ti dirò le cose anche meglio».
In ultimo gli raccomandai il mio povero peccatore. Mi benedì e nell’andar via mi disse: «Ricordati che ti ho creato per il Cielo: non hai che far nulla con la terra».
25 luglio, Mercoledì
Si accusa di alcune mancanze, per le quali l’Angelo la rimprovera, ordinandole di umiliarsene.
E di oggi? Oggi che dirò?
Non trovo pace; la superbia oggi mi predomina più che in altri tempi. Per dover fare un piccolo atto di umiliazione, ho sofferto assai.
Di quello che mi accadde ieri , ne parlerò ben poco; la mia lingua è troppo lunga e per questo anche altre persone soffrono per causa mia.
Ho per obbedienza del mio Confessore che parli assai poco e mai con persone che sappiano le mie cose. Giorni sono venne P. Norberto , scappai subito; un’altra volta pure venne e feci lo stesso; fui pronta, per dire il vero, a far l’obedienza, ma dopo che mi avvenne? Dopo qualche giorno ebbi occasione di parlare con un altro frate di questa cosa, e inentai anche una bella bugia, dicendogli che era stata la Sig.ra Cecilia che mi aveva fatto nascondere; invece no, feci da me stessa questa cosa.
Non so come mai il detto P. Norberto lo venne a sapere, e subito venne a riferire la cosa alla Sig.ra Cecilia, che gli dispiacque assai; non meno però mi fece dispiacere a me. Lei mi interrogava se veramente io avessi parlato; rispondevo di no, perché non mi ricordavo di nulla; ci fu però chi mi fece riordare ogni cosa; venne da me l’Angelo Custode e mi disse rimproverandomi: «Gemma,come! anche la bugia? Non ti ricordi, giorni sono, quando per castigo di aver riportato la cosa a F. Flamiano ti feci stare una mezz’ora...?».
Mi ricordai bene ogni cosa (devo dire anche che l’Angelo Custode, ogni volta che faccio male una cosa, mi castiga: non passa sera che non ne abbia), e mi comandò che andassi dalla Sig.ra Cecilia, le raccontassi ogni cosa e la pregassi in nome suo a perdonarmi.
Promisi di farlo, ma sì! passò la giornata, venne la sera, ma mai feci quel piccolo atto di umiliazione. Mi ravvisò di nuovo l’Angelo dicendomi che se non fossi andata da lei a dire ogni cosa, la notte sarebbe venuto il diavolo.
Allora a quella minaccia non potei resistere e andai in camera sua. Era a letto, e il lume spento; non mi parve vero: così non mi avrebbe veduta. Alla meglio gli dissi ogni cosa, ma forzata; era una vera vergogna, non esser capace di umiliarmi. Finalmente, dopo avermi detto che ogni cosa avrebbe dimenticata, andai in camera. Ma sì! diceva lei di averla dienticata, ma era impossibile. Chiesi più volte perdono anche a Gesù, al mio caro Angelo e andai a letto. Che brutta nottata! l’Angelo mio, per la gran resistenza che avevo fatta per fare quell’umiliazione, mi lasciò sola, e con qualche visita del ne-mico. Dormire non potevo, perché non ero quieta di coscienza; come stavo male!
26 luglio, Giovedì
Nuovi rimproveri dell’Angelo. Durante l’Ora santa del giovedì, Gesù le mette in capo la corona di spine.
Venne. la mattina, e finalmente venne l’Angelo Custode, che mi rimproverò tanto tanto, e mi lasciò di nuovo sola ed afflitta. Feci la SS. Comunione, ma, Dio mio, in quale stato! Gesù non mi si fece sentire. Quando poi dopo tanto potei esser sola, allora poi mi sfogai tanto: ero colpevole, me ne avvedo; ma, se debbo dire una cosa, certi dispiaceri a certe persone io non li vorrei dare, ma la mia cattiva inclinazione è tanto al male, che spesso cado in queste cose. Per un’ora e più mi fece stare Gesù in quello stato; piangevo, ero afflitta. Gesù però ebbe pietà e venne; mi accarezzò, si fece promettere che non lo avrei più fatto, e mi benedì.
Devo dire che nell’accaduto di ieri dissi tre bugie, ebbi pensieri di rabbia, e nell’idea di vendicarmi con chi aveva fatto la spia, ma Gesù mi proibì affatto di parlarne con F. F. [= Fra Famiano] e con altri. Ritornai presto in calma, e per esservi anche di più, corsi a confessarmi.
La sera poi, dopo che ebbi fatto le mie preghiere, mi misi a fare la mia solita ora. Gesù stette sempre con me; ero nel letto, come al solito, perché dopo non sarei più stata capace. Mi trattenni col mio caro Gesù a soffrire con Lui. Soffrii assai; mi riprovò di nuovo il suo amore verso di me, col re-galarmi fino al giorno dopo la sua corona di spine; mi ama di più Gesù in Venerdì. La sera poi mi ritolse la corona, dicendomi che era contento di me, e mi disse ancora accarezzandomi: «Figlia, se ti aggiungo altre croci, non te ne affliggere». Glielo promisi, e mi lasciò.
27 luglio, Venerdì
In questo venerdì soffre più del solito, specialmente per la corona di spine.
Questo Venerdì soffrii assai di più, perché fui obbligata a fare certe piccole faccende, ed a ogni movimento credevo di morire. Anzi la zia mi aveva comandato di tirare su dell’acqua: durai tanta fatica, mi pareva (ma era tutta mia idea) che le spine mi andassero al cervello, e mi cominciò a venire una goccia di sangue dalle tempie. Mi pulii in fretta e se ne avvide poco. Mi dimandò se fossi cascata e rotta il capo; gli dissi che mi ero graffiata con la catena del pozzo. Dopo andai dalle monache ; erano le 10 e stetti con loro fino alle 5. Dopo tornai a casa, ma Gesù me l’aveva già tolta.
28 luglio, Sabato
Dall’Angelo Custode riceve santi ammaestramenti. Gesù nella santa Comunione le si fa sentire; la Madonna non le fa la solita visitina.
La notte la passai benissimo; la mattina mi venne l’Anelo Custode: era contento, mi disse che prendessi della carta, e scrivessi quello che Lui mi dettava.
Ecco tutto:
«Ricordati, figlia mia, che chi veramente ama Gesù, parla poco e sopporta tutto.
«Ti comando, per parte di Gesù, di non dire mai il tuo parere, se non ne sei dimandata; di mai non sostenere il tuo sentimento, ma subito cedere.
«Ubbidire puntualmente al Confessore e a chi Lui vuole, e senza replica; e nelle cose che tu devi, farai una replica sola, ed essere sincera con l’uno e colle altre.
«Quando hai commesso qualche mancanza, accusati suito, senza aspettare che te lo dimandino.
«Infine ricordati di custodire gli occhi, e pensa che l’occhio mortificato vedrà le bellezze del Cielo».
Dopo dette queste cose mi benedì, e mi disse che andassi pure a fare la S. Comunione. Ci corsi subito: fu la prima volta, dopo quasi un mese, che Gesù si fece sentire.
Gli dissi tutte le mie cose, mi trattenni con Lui assai, perché mi comunicai alle 8½ e, quando ritornai in me, era assai tardi. Corsi a casa, e per la strada sonarono le ma fui buona : mi trovai sempre nella solita posizione di quando mi ero comunicata, e vidi nell’alzarmi che l’Angelo Custode era sopra il mio capo con le ali spiegate. Mi accomagnò lui stesso a casa, e mi avvisò di non pregare nel corso del giorno, fino alla notte, perché non ero sicura . Infatti me ne avvidi: per gli altri di casa più che sicura, ma per la mia sorella no, perché mi aveva tappato il buco della serratura e mi fu impossibile chiudere; allora ci si misero le zie, e la sera potei chiudere.
Verso sera andai ai 15 Sabati in S. M. [= Santa Maria] ; la Madonna mi disse che non mi avrebbe fatta la solita visitina, perché nei giorni passati avevo disgustato Gesù. Gli dissi che Gesù mi aveva perdonato, ma Lei: «Io non perdono tanto facilmente alle mie figlie; io voglio assolutamente, che tu diventi perfetta: vedremo se Sabato potrò venire a condurti C. Gabriele»; nondimeno mi benedì, e io mi rassegnai.
Non mi manca però qualche tentazione; una un po’ forte l’ebbi ieri sera Sabato: venne il demonio e mi disse: «Brava, brava! scrivi pure ogni cosa: non sai che quelle cose lì è tutta opera mia, e se tu vieni scoperta, figurati che vergogna! dove andrai a nasconderti? Ti faccio passare per Santa, e in-vece sei un’illusa».
Stetti così male, che dalla disperazione giurai che, quando fosse tornata la Sig.ra Cecilia, avrei distrutto quello scritto . Intanto feci per rompere questo, ma non mi riuscì, non ebbi forza, oppure non so come andasse.
29 luglio, Domenica
L’Angelo Custode l’assiste; Gesù la rimprovera di aver lasciato la santa Comunione e l’invita a sé.
Durai in questo stato fino a ieri mattina Domenica senza potermi più raccogliere; il mio Angelo Custode però non mi manca: mi fa forza, e devo dire anche che Domenica non avevo fame, e lui stesso mi obbligò a mangiare; e così ha fatto pure stamani. Ogni sera non manca di benedirmi, e anche di castigarmi e di gridarmi.
Oggi Domenica sento un gran bisogno di Gesù, ma è già tardi, e non ho ancora nessuna speranza [di vederlo]; aspetto stanotte di essere libera e sola.
È venuto veh! Gesù; quanti rimproveri, perché non ho fatto la S. Comunione! Ecco in che modo Gesù mi rimproverava: «Perché, o figlia, così spesso devo essere privo delle tue visite? E sai quanto bramo che tu venga da me, quando sei buona».
M’inginocchiai davanti a Gesù, e piangendo gli dissi: «Ma come, Gesù mio, non sei ancora stanco di soffrirmi con tutta la mia freddezza?». «Figlia, - mi rispose - fa’ che d’ora in poi non passi giorno senza che tu venga da me, procura di tenere il cuore purificato e ornato con ogni cura possibile. Allontana pure dal tuo cuore ogni amore a te stessa, e qualunque cosa che non sia interamente mia, e poi vieni pure e non temere».
Mi benedì, insieme a tutti i membri del Sacro Collegio , e andò via; anzi in ultimo mi raccomandò di avere un po’ più di forza contro il nemico, dicendomi che non faessi conto delle sue parole, perché è un vero bugiardo, e cerca ogni mezzo per farmi cadere specialmente con l’obbe-dienza . «Obbedisci, figlia mia, - mi ripeteva - obbeisci subito e allegramente, e per meglio riuscire e vincere [in] questa bella virtù, prega la Mamma mia, che ti ama tanto». Avrei voluto dirgli che ieri la sua Mamma non volle venire, ma scappò.
30 luglio, Lunedì
Afflitta per alcune contraddizioni, è confortata dall’Angelo, che l’anima a patire e a meditare ogni giorno la Passione di Gesù.
Stamani Lunedì 30 Luglio sono andata per fare la SS. Comunione. Non la volevo fare: non ero quieta di coscienza; ma pure mi sono gingillata fino alle 9, sempre se dovevo o no farla; poi ha vinto Gesù, e l’ho fatta, ma come? Che freddezza! Gesù non l’ho sentito per niente.
Oggi poi non ho potuto mai raccogliermi; sono stata cattiva, mi sono inquietata, ma da me sola, nessuno mi ha veduta; ho pianto tanto tanto, perché la mia sorella non mi voleva uscir di camera. Ieri sera Domenica, per dispetto, fino alle 11 stette in camera mia, dicendomi per canzonare, che mi voleva vedere andare in estasi; oggi poi era lo stesso. Scrisse una lettera ieri ai B. S. G. [= Bagni di S. Giuliano] e parlava assai di me e delle cose mie . Queste cose, che dovrei accoglierle bene e ringraziare Gesù, invece m’inquieto, e quasi quasi ho dei momenti di disperazione .
Mentre ero in quello stato, l’Angelo Custode che mi stava a vedere, mi disse: «Perché t’inquieti così, figlia mia? Bisogna soffrire qualche cosa ve’ per Gesù». (Veramente la cosa che più mi era dispiaciuta a me, erano certe parole che [mia sorella] aveva detto forte), e per questo l’Angelo mi disse: «Tu sei degna solo di essere disprezzata, perché hai offeso Gesù».
Poi mi fece tornare quieta; si mise a sedere accanto a me, e mi diceva ammodino ammodino: «O figlia, ma non sai che tu devi essere in tutto conforme alla vita di Gesù? Egli patì tanto per te, e tu non sai che devi in ogni occasione patire per Lui? E poi perché dai questo dispiacere a Gesù, di lasciare ogni giorno la meditazione sopra la Passione?». Era vero: mi ricordai che la meditazione sulla Passione la faccio solo il Venerdì e Giovedì. «Devi farla ogni giorno, ricordatelo».
Infine mi diceva: «Coraggio, coraggio! questo mondo non è mica il luogo del riposo: il riposo sarà dopo morte; ora tu devi patire, e patire ogni cosa, per impedire a qualche anima la morte eterna». Lo pregai tanto che dicesse alla Mamma mia di venire un po’ da me, ché avrei tante cose da dirgli; mi disse di sì. Stasera però non è venuta.
31 luglio, Martedì
Chiede a Gesù che le mandi la Mamma celeste, di cui ha gran bisogno.
Siamo a Martedì; corro a far la SS. Comunione, ma in quale stato! Ho promesso a Gesù di esser buona e cambiar vita; gliel’ho detto, ma Lui non mi ha risposto nulla; gli ho, detto pure che mi mandi la Mamma sua, e anche mia, e mi ha risposto: «Ne sei degna?». Mi sono vergognata, e non ho detto altro. Ha aggiunto poi: «Sii buona e verrà presto con Confratel Gabriele».
È da Domenica che non mi sono potuta più raccogliere; in ogni modo ho ringraziato Gesù. Quando viene l’Angelo Custode, sono svegliata, e non via con la testa; Gesù, la Mamma mia e qualche volta Confratel Gabriele, loro mi fanno andar via il capo; ma io resto sempre dove mi metto, mi trovo sempre al solito posto, ma la testa parte. Che gran bisogno che ho della Mamma mia! Se Gesù mi volesse contentare, dopo sarei più buona. Come devo fare a star tanto senza la Mamma?
1 e 2 Agosto, Mercoledì e Giovedì
Teme d’ingannarsi, ma l’Angelo la rassicura. La corona di spine al capo. Gesù le raccomanda di pregare per Madre Maria Teresa, monaca Passionista defunta.
Mercoldì non mi potei mai raccogliere, Giovedì pure; di quando in quando il mio Angelo Custode mi diceva qualche cosa, ma sempre però svegliata; anzi Mercoldì sera, dentro di me pensavo che potrei essere ingannata dal diavolo; mi quietava, dicendomi solo: «Obbedienza».
Eccoci infatti a stasera . Al solito mi misi per pregare, mi raccolsi subito. Era già un po’ che mi sentivo maletto. Stetti sola sola: quando pativo, Gesù non c’era, e patii solo nel capo .
Il Confessore stamani mi ha dimandato se avessi anche avuti i segni ; ho risposto di no. Sieno pure forti anche quelli, ma non mai a paragone del capo.
Povero Gesù! Mi fece stare circa un’ora sola, ma poi venne e si presentò in questo modo, tutto sangue, dicendomi: «Sono il Gesù di P. Germano». Non ci credevo, e perché? Temo sempre sempre. Pronunzio quelle parole: «Benedetto Gesù e Maria» , e allora capii. Mi dette un po’ di forza, e poi io internamente avevo paura, e Lui diceva: «Non temere: sono Gesù di P. Germano». Mi raccomandò poi da sé, senza che io ci pensassi neppure, di pregare per M. M. Teresa di Gesù Bambino, perché è in purgatorio e soffre tanto. Gesù la vuole presto con sé, mi pare.
3 Agosto, Venerdì
Preparata da Gesù, sostiene una battaglia col demonio; l’Angelo corre in suo soccorso.
Oggi ho un po’ dormito , poi mi sono sentita racogliere internamente; dopo il raccoglimento mi sono sentita andar via il capo: ero con Gesù. Come ero contenta! Ho sofferto, sì, tanto nel capo; mi sono un po’ lamentata, perché mi lascia sola. L’ho pregato ancora di farmi sapere di M. M. T. [= Madre Maria Teresa] quando sarà in Cielo. Mi ha detto: «Non anche; soffre sempre». Gli ho raccomandato il mio povero peccatore, e ha dato la benedizione a tutti i membri del S. Collegio e mi ha lasciata contenta.
Stasera sentivo di non potermi raccogliere; ho fatto le poche preghiere vocali della sera e sono andata a letto. Per dire il vero, prevedevo un po’ di burrasca, perché Gesù mi aveva avvisata già qualche giorno fa, dicendomi: «Ancora un’ultima battaglia il nemico ti tenterà, ma sarà l’ultima, perché ora è assai». Non potei fare a meno di ringraziarlo della forza che mi aveva sempre data, e lo pregai che mi volesse darla anche nell’ultimo momento, vale a dire ieri sera .
Andai a letto, si sa bene, coll’intenzione di dormire; il sonno non tardò a venire, e mi comparve quasi subito un omino piccino piccino e nudo, ma coperto tutto di pelo nero. Che spaento! Mi posò le mani sul letto, credevo [io] che volesse picchiarmi..«No no, - disse - non ti posso picchiare, non aver paura», e nel dire così, si era allungato per farmi cose sudicie.
Chiamai Gesù in aiuto, ma non venne; non per questo mi lasciò: dopo invocato il suo nome, mi sentii subito libera, ma fu tutto ad un tratto.
Altre volte avevo chiamato Gesù, ma mai fu pronto come ieri sera. Averlo veduto il demonio dopo: quanto si arrabbiò! S’avvoltolava per terra, bestemmiava; fece infine un ultimo sforzo per riuscire a portarmi via il Crocifisso che avevo con me, ma ricadde subito indietro.
Quanto fu buono ieri sera Gesù con me! Il diavolo, dopo quell’ultimo sforzo, si voltò verso di me, si scoprì tutto, ma io avevo già chiusi gli occhi. Lo chiamai sudicio e mi rispose che già che non aveva potuto far nulla, voleva tormentarmi tutta la notte. «No», gli dissi; chiamai l’Angelo Custode, aprì le sue ali, si posò accanto a me, mi benedì e berliffo scappò. Sia ringraziato Gesù.
Stamattina poi ho saputo che nel momento che il diavolo montò sulle furie, mi era stato posto addosso lo scapolare di M. SS. dei Dolori, e allora ho capito che quando fece per togliermi da dosso la roba, non poteva essere altro che quello. Sia ringraziata pure la mia Mamma Addolorata .
4 Agosto, Sabato
Mirabile apparizione di Maria SS.ma Addolorata.
Eccomi a Sabato: è il giorno a me destinato per vedere la Mamma mia, ma che dovrò sperare?
Infine son giunta anche a stasera . Mi metto per recitate la corona dei Dolori; sul primo mi ero abbandonata, vale a dire ero rimessa al volere di Dio, di passare anche quel Sabato senza vedere la Madonna dei Dolori; ma [a] Gesù gli bastò l’offerta del sacrifizio e mi contentò. Non so a che punto della corona, mi sentii raccogliere internamente; al raccoglimento, come sempre, successe ben presto che mi andò via il.capo, e senza avvedermene mi trovai dinanzi (a me mi parve).alla Madonna dei Dolori.
Al primo vederla, mi fece un po’ di paura; feci di tutto per assicurarmi se veramente era la Mamma di Gesù: mi dette ogni segno per accertarmi. Dopo qualche momento, mi sentii tutta contenta; ma fu tanta la commozione che mi prese nel vedermi così piccola davanti a Lei, e tanta la contentezza, che non potei pronunziare parola, altro che ripetuamente il nome di mamma.
Lei mi guardava fissa fissa, rideva , si avvicinò per accarezzarmi, e mi diceva che mi calmassi. Ma sì, la conentezza e la commozione mi crescevano, e Lei forse temendo che mi facesse male (come altre volte mi è accaduto; anzi una volta, e non l’ho anche notato, per la gran consolazione che provai nel rivedere Gesù, il cuore mi cominciò a batere con tanta forza, che fui costretta, per ordine del proprio Confessore, a mettermi in quel punto una fascia strinta strinta) , mi lasciò, dicendomi che mi andassi a riposare. Obbedii prontamente: in un secondo fui a letto e non tardò a venire; allora mi quietai.
Bisogna ancora che dica, che al primo veder queste cose, queste figure (che certamente potrei essere ingannata), mi sento presa subito da paura; alla paura succede ben presto la gioia. In ogni modo che sia questo, è ciò che provo io. Gli parlai di alcune mie cose, la principale però fu quella che mi conducesse con Lei in Paradiso; questa più volte gliela dissi. Mi rispose: «Figlia, devi ancora soffrire». «Soffrirò lassù - volevo dire -, in Paradiso». «E no, - soggiungeva - in
Paradiso non si soffre più; ma ti condurrò ben presto», mi diceva.
Era presso al letto, era tanto bella, non potevo saziarmi di contemplarla. Le raccomandai il mio peccatore; allora sorrise: fu buon segno... Le raccomandai ancora parecchie persone a me tanto care, in particolare quelle con le quali ho un grosso dovere di riconoscenza. E questo dovevo farlo ancora per ordine del Confessore, che l’ultima volta mi pregò di raccomandarle caldamente a M. SS. dei Dolori, dicendoi che io non posso far niente per esse, ma la Madonna supplisca per me, conceda loro ogni grazia.
Temevo che da un momento all’altro mi lasciasse, e per questo la chiamavo più volte, e dicevo che mi conducesse con Lei. La sua presenza mi fece dimenticare il mio protettore Confratel Gabriele. Gli chiesi di Lui, come mai non l’aveva portato; mi disse: «Perché Confratel Gabriele esige da te obbedienza più esatta». Aveva da dirmi una cosa per P. Germano; a quest’ultime parole non mi rispose.
Mentre parlavamo insieme, che mi teneva sempre per la mano, me la lasciò; io non volevo che andasse, ero quasi per piangere, e allora mi disse: «Figlia mia, ora basta; Gesù vuole questo sacrifizio da te, per ora conviene che ti lasci». Le sue parole mi misero in quiete; risposi tranquillamente: «Ebbene, il sacrifizio è fatto». Mi lasciò. Chi potrebbe descrivere al minuto quanto sia bella, quanto cara la Madre Celeste? No, non vi è paragone al certo. Quando avrò la fortuna di rivederla di nuovo?
5 Agosto, Domenica
Gesù le fa intendere esser sua volontà che ella mediti sempre sulla Passione.
Oggi Domenica ho pregato l’Angelo Custode, se mi faceva la grazia di andare [a] dire a Gesù che allora la meditazione non l’avrei potuta fare, perché non mi sentivo bene; l’avrei fatta la sera. Alla sera poi, non ne avevo nessuna voglia; andai a letto, feci la preparazione alla meditazione e rimasi raccolta soltanto internamente. Il capo non mi andò via; mi trattenni un’ora. Anzi devo dire ancora che la meditazione della Domenica è sempre sopra la Risurrezione ovvero il Paradiso; ma Gesù mi fa chiaramente conoscere che quella meditazione da me non la vuole ancora, perché la mente mi corre subito a qualche punto principale della sua passione. Sia fatta la sua volontà.
6 Agosto, Lunedì
L’Angelo Custode si trattiene con lei tutta la notte e l’esorta ad offrire ogni patimento al Signore per le anime del purgatorio.
Eccomi giunta al 6 Agosto. I giorni passano, e io eccomi sempre nell’abisso del mondo.
Stasera, l’Angelo Custode, mentre facevo le preghiere della sera, mi si è avvicinato, e battendomi sopra una spalla mi ha detto: «Gemma, come mai tanta svogliatezza per la preghiera? A Gesù gli dispiace». «No - ho risposto - , non è svogliatezza: sono due giorni che non mi sento bene». Ha soggiunto: «Fai il tuo dovere con applicazione, e vedrai che Gesù ti amerà ancora di più». È stato un momento zitto, poi mi ha dimandato: «E Confratel Gabriele?». «E non lo so». «Quanto tempo è che non l’hai veduto?». «È tanto tanto tanto». «Ma stanotte Gesù te lo manda». «Come? Stanotte no, disubbidirei: di notte non vuole il Confessore». O con quanto desiderio l’avrei voluto! ma volevo obbedire. Lo pregai che me lo mandasse di giorno e presto, affinché potessi scrivere quella lettera a P. G. [= Padre Germano]. Mi raccomandai all’Angelo Custode che andasse da Gesù a dirgli se gli permetteva di passare la notte insieme con me. Sparì subito.
Avevo terminato le preghiere: andai a letto. Quando ebbe avuto da Gesù il permesso di venire, ritornò; mi diandò: «Quanto tempo è che non hai pregato per l’anime del Purgatorio? O figlia mia, ci pensi così poco! M. M. Teesa soffre sempre, sai?».
Era dalla mattina che non avevo pregato per loro. Mi disse che avrebbe piacere che ogni cosetta piccola che soffro, la regalassi alle anime del Pur-gatorio. «Ogni piccola pena, loro le solleva; anche ieri e oggi, se tu avevi offerto per loro quel poco». Ma risposi un po’ meravigliata: «Mi sentiva il corpo; e che i dolori di corpo sollevano le anime del Purgatorio?». «Sì - mi disse - ; sì, figlia: ogni più piccolo patimento le solleva». Gli proisi allora che da quel momento ogni cosa avrei offerto per esse. Soggiungeva: «Quanto soffrono quelle anime! Vuoi fare qualche cosa stanotte per esse? vuoi soffrire?». «E che cosa? - gli dissi. - È lo stesso soffrire di Gesù nel giorno di Venerdì?». «No - rispose. - Di Gesù non sono; saanno dolori corporali». Io dissi di no, perché fuori di Gioedì e di Venerdì Gesù non vuole; le altre notti vuole che dorma. Ma siccome le anime del Purgatorio, e in particolare M. M. Teresa, mi sta molto a cuore, gli dissi che un’ora volentieri avrei patito.
Gli bastarono queste parole, ma vedeva bene che facendo questo avrei disobbedito; mi ha lasciata dormire.
Stamattina, quando mi sono svegliata, era sempre presso di me; mi ha benedetto ed è andato via.
7 Agosto, Martedì
Le appare S. Gabriele, che con volto sfavillante le parla della fondazione del monastero di Lucca ed invoca a tal fine l’intercessione di Maria.
Ieri il giorno l’Angelo Custode mi promise che alla sera avrei potuto parlare con Confratel Gabriele . Venne la tanto sospirata sera; prima di tutto il sonno voleva vinceri, poi un’agitazione tale mi prese, che fui presa da spavento. Ma siccome Gesù era vicino a darmi quella consolazione, e allora, o prima o dopo la consolazione, mi dà qualhe dolore. Sia sempre benedetto.
Però nel provare questa agitazione non vedevo nessuno, voglio dire il diavolo; solo stavo assai male, ma durò poco. Mi calmai ben presto, sentii ad un tratto che mi veniva il raccoglimento, e quasi subito mi successe al solito: il capo se ne partì, ed io mi trovai con Confratel Gabriele . Che consolazione fu quella! Ma l’obbedienza voleva che non mi avvicinassi per baciargli la veste, e ristetti. La prima cosa fu quella di domandargli perché stava tanto senza venire. Mi rispose che è per colpa mia. Di questo ne sono persuasa, perché sono assai cattiva.
Quante belle cose mi disse del convento , e le diceva con tanta forza, che mi sembrò che gli occhi gli sfavillassero. Da se stesso, senza che io l’interrogassi: «Figlia, tra pochi mesi, tra l’esultanza di quasi tutti i cattolici si farà la fondaione del nuovo convento». «Come, tra pochi mesi? - gli dissi. - Ne mancano ancora 13». «E son pochi», soggiuneva. E poi sorridendo si voltò da una parte e s’inginocchiò, giunse le mani e diceva così: «Vergine benedetta, vedi: qui in terra si gareggia per la propagazione del nuovo istituto; via, te ne prego, fa’ che sovrabbondi sopra tutti quelli che ne faranno parte, la copia dei doni e favori celesti. Accresci a loro la forza, accresci altresì lo zelo. Sarà tutto vostro dono, o Vergine Benedetta».
Parlava come se avesse presso di sé la M. [= Madonna] dei Dolori; io non vedevo nulla, ma con quanta forza, con quanta espressione diceva queste parole, che io ne rimasi meravigliata; sembrava anche Lui fuori di se stesso.
Ora poi dovrei parlare di P. Germano, ma il Confessore ha detto che qui sopra no, perché...
Parlai anche del povero mio peccatore; sorrise anche Lui: tutto buon segno. Infine mi lasciò piena di consolazione.
8 Agosto, Mercoledì
Nel timore che il Confessore diminuisca troppo i suoi peccati, l’Angelo la tranquillizza dicendole di rimettersi al giudizio di lui.
Ora veniamo a stamani. Poco dopo che sono uscita dal confessionario, mi è venuto qualche pensiero, dicendo dentro di me che il Confessore diminuisce troppo i miei peccati, ed ero inquieta. Per calmarmi mi si è avvicinato l’Angelo Custode; ero in Chiesa, e pronunziava forte queste parole: «Ma dimmi, a chi vuoi credere: al Confessore o alla tua testa? Al Confessore che ha continui lumi e assistenza, che ha molta capacità, oppure a te che non hai nulla, nulla, nulla di tutto ciò? O la superba! - mi diceva - vuol farsi maestra, guida e direttrice del Confessore!» - Non ho pensato ad altro; ho fatto un atto di contrizione, ed ho fatto la SS. Comunione.
9 Agosto, Giovedì
L’Angelo Custode le inculca l’obbedienza al Confessore. In questo giovedì la Santa deve soffrire più del solito, per suffragare l’anima della Madre Maria Teresa.
Anche oggi, dopo aver sostenuto con l’aiuto di Dio una battaglia del nemico, assai forte, è venuto l’Angelo Custode, che rimproverandomi e assai severo mi ha detto: «Figlia, ricordati che mancando a qualsiasi obbedienza, commetti sempre peccato. Perché così restìa a obbedire al Confessore? Ricordati ancora che non vi è strada più corta e più vera, quanto quella dell’obbedienza».
Ma perché oggi tutto questo? Per colpa mia. Meriterei forse anche peggio, ma Gesù mi usa sempre misericordia.
Oimè, che ripugnanza che provo stasera! Fin da stamani mi sento così stanca; ma è tutta svogliatezza, cattiva voontà; ma pure mi voglio vincere coll’aiuto di Dio .
È Giovedì e per questo che mi sento sì curiosa; al soraggiungere di questa sera, mi accade sempre lo stesso. Sì, patire, patire per i peccatori, e in modo particolare per le povere anime del Purgatorio, e in particolare per... . E ben lo so perché questa svogliatezza così presto. Le altre sere mi veniva poche ore prima. Perché oggi l’Angelo Cutode mi ha detto che Gesù stasera voleva farmi soffrire qualche ora di più, cioè due ore: alle 9 incomincerebbe, e questo per un’anima del Purgatorio, e questo senza il permesso del Confessore; ma è solito però che non mi grida, anzi vuole, e lo posso fare benissimo.
Ieri sera , verso le 9 circa, cominciai a sentirmi un po’ male; feci presto a andare a letto, ma soffrivo già tanto anche avanti: il capo mi sentiva fuor di modo, ogni movimento che facevo, mi cagionava pene terribili. Soffrii due ore, come Gesù voleva, per M. M. Teresa; poi con gran dolore mi spogliai ed entrai nel letto, e cominciò l’ora. Fu assai dolorosa, ma in compagnia di Gesù che cosa non si farebbe!
10 Agosto, Venerdì
Gesù la ricolma di consolazioni. In presenza della Signora Cecilia l’Angelo Custode le si fa sempre vedere e la dirige in ogni cosa; le dice che nessuno, all’infuori della Signora Cecilia, sa far con lei le sue veci.
Mi disse la sera avanti l’Angelo Custode che mi avrebbe fatto tenere le spine nel capo fino alle 5 del Venerdì: fu vero, poiché verso quell’ora cominciai un po’ a raccogliermi; mi nascosi in Chiesa dei Francescani e lì Gesù me la venne di nuovo a togliere; fui sempre sola. Quanto mi mostrò di volermi bene! Mi animò di nuovo a soffrire e mi lasciò in un mare di consolazione.
Bisogna però che dica che tante volte, ma in particolare il Giovedì sera, mi prende tanta una tristezza tale, al pensiero di aver commessi tanti peccati, tutti mi ritornano alla mente, che mi vergogno di me stessa, e mi affligge tanto tanto. Ieri sera pure, poche ore prima, mi venne questa vergogna, questo dispiacere, e trovo solo un po’ di quiete in quel po’ di patire che Gesù mi manda, offrendolo prima per i peccatori, e in particolare per me, e poi per le anime del Purgatorio.
Quante consolazioni che mi dà Gesù! In quanti modi mi mostra di volermi bene! Son già tutte cose della mia testa; ma se obbedisco, Gesù non permetterà che mi abbia ad ingannare. Giovedì sera mi promise che in questi giorni che la Signora Cecilia non c’era, non mi avrebbe mai fatta lasciare dall’Angelo Custode. Me lo dette ieri sera, e non mi ha più lasciato un momento.
Questa cosa l’ho osservata parecchie volte, e non ne ho parlato neppure col Confessore, ma oggi glielo dico subito. Se sono con altre persone, l’Angelo Custode non mi lascia mai; quando sono con Lei invece, subito mi lascia (voglio dire che non mi si fa più vedere, se non che per darmi qualche avvertimento); così pure è accaduto oggi: non mai un minuto si è partito d’accanto a me; se devo parlare, pregare, fare qualche cosa, me l’accenna Lui. Gesù voglia che non mi abbia ad ingannare.
Questa cosa mi meraviglia assai, e mi ha costrinta a dimandargli: «In che maniera , quando c’è con me la Sig.ra Cecilia, non ci stai mai?». Mi ha risposto così: «Nissuna persona, al di fuori di Lei, sa fare le mie veci. Povera bambina, - soggiungeva - sei così piccina, che ti abbisona sempre la guida! Ora te la farò io, non temere; ma obbedisci, ve’, perché faccio presto...» .
Sono andata a confessarmi; ho detto la cosa al Confessore (glielo avevo [anche] scritto) ; mi ha spiegato ogni cosa, ciò che io non capivo, ma ora ho capito tutto.
11 Agosto, Sabato
Desidera ardentemente una visitina della Mamma celeste; l’esserne priva è per lei il maggior castigo.
È Sabato; vado a fare la SS. Comunione. Che farò? In ogni modo obbedisco. Se potessi ottenere una visitina dalla Mamma mia! Ma no, mi ricordo del peccato commesso ieri sera: uno sguardo fatto sopra me stessa . È vero che stamani me ne sono subito confessata, ma che, la Madonna in particolare a me non mi perdona sì facilmente. Mi vuole perfetta.
È Sabato sera; Dio mio! Che castigo! È il maggior castigo che tu possa darmi, di privarmi della visita di Maria SS., e appunto vicina il Sabato che sempre cado in tante mancanze...
12 agosto, Domenica
Aridità di spirito.
Sono giunta a Domenica. Che svogliatezza, che aridità! Ma pure non voglio lasciare le mie solite preghiere.
15 agosto, Mercoledì
Alle aridità succedono le consolazioni. Le appare M. Maria Teresa doandandole ancora preghiere. Maria SS.ma prende il cuore di Gemma per conservarlo in cielo.
Sono arrivata in questo stato di aridità e di mancanza di Gesù fino a oggi Mercoldì. Da Venerdì più non l’ho senito. Il Confessore mi accerta che sarà per castigo dei miei peccati o per vedere se posso stare senza Gesù, e per stimolarmi ad amarlo di più. Sono stata sempre sola, voglio dire senza Gesù. L’Angelo Custode non mi ha lasciata neppure un secondo; eppure quante mancanze, quanti difetti, anche in presenza sua! Dio mio, tu abbi misericordia di me! Ho fatto sempre la Comunione, ma Gesù come se più non ci fosse. Ma Gesù voglia lasciarmi sola anche oggi in una solennità sì grande? La Comunione l’ho fatta con assai più consolazione, ma senza sentir Gesù. Ho pregato parecchio in questi giorni, perché voglio una grazia da Gesù.
Oggi M. M. T. [= Madre Maria Teresa] deve andare in Paradiso: io lo spero. Ma come fare a saperlo? Raccogliermi non posso, se non sono in un luogo sicuro. Il mio Angelo Custode oggi farà anche da guardia alla mia porta.
Eccomi alle 9¼ di questo gran giorno. Mi sento al solito un interno raccoglimento; ho pregato l’Angelo Custode di sorvegliarmi e che nessuno veda; mi sono nascosta nella stanza delle monache.
O non è passato gran tempo, che al raccoglimento è giunto il rapimento. (Non creda chi legge queste cose a nulla, perché posso benissimo ingannarmi; che Gesù mai non lo permetta! Lo faccio per obbedienza, e mi sottometto a scriere con gran ripugnanza).
Erano circa le 9½, leggevo : tutto ad un tratto sono scossa da una mano che leggermente mi posava sulla spalla sinistra. Mi volto impaurita; ebbi paura, feci per chiamare, ma mi trattenne. Mi voltai e vidi una persona vestita di bianco: conobbi una donna; la guardai, il suo sguardo mi assicurò che non temessi di nulla: «Gemma, - mi disse dopo qualche minuto - mi conosci?». Dissi di no, perché ben potevo dirlo; soggiunse: «Io sono Madre Maria Teresa del B. Gesù; ti ringrazio tanto tanto che tu ti dia tanta premura, perché presto possa raggiungere la mia eterna felicità».
Tutto questo accadeva, mentre io ero propriamente sveliata e in pieno conoscimento di me stessa.
Soggiunse: «Seguita ancora, ché ho ancora qualche giorno da soffrire». E nel dirmi così mi fece una carezza, e andò via.
Quei suoi sguardi, devo dirlo, m’ispirarono molta fiucia. Da quell’ora raddoppiai le mie preghiere per quel’anima, affinché presto possa raggiungere il suo fine; ma le mie preghiere son troppo deboli; o vorrei che presso le anime del Purgatorio dovessero aver la forza delle preghiere dei Santi!
Da quel momento soffrii sempre, fino alle 11 circa che non potei esser sola. Sentivo dentro di me un certo raccoglimento, una voglia di andare a pregare, ma come fare? Non potevo. Quante volte mi toccò a insistere! Finalmente l’ebbi il sospirato permesso, e me ne andai con la Mamma mia, ma ben pochi momenti; ma furono momenti preziosi!
Per i miei cattivi portamenti, Gesù non permise che la Madonna venisse come sempre sorridente, ma invece assai meta (ed io ne ero la cagione). Mi rimproverò un po’, ma si rallegrò anche di una cosa (che qui credo bene di non noare), e quella cosa fece tanta consolazione anche a Gesù! e per premiarmi di quella fu appunto che venne [la Madonna], ma, come ho detto, seria; mi disse alcune parole, tra le quali disse: «Figlia, quando io andrò in Cielo, staattina porterò con me il tuo cuore».
In quel momento allora mi sembrò che mi si avviciasse... me lo tolse, lo prese con sé, nelle sue mani, e mi disse: «Non temere di nulla, sii buona; io terrò il tuo cuore sempre lassù con me, sempre in queste mie mani». Mi benedì in fretta, e nell’andar via pronunziò ancora queste parole: «A me mi hai dato il cuore, ma Gesù vuole ancora un’altra cosa». «Che cosa?» gli dissi. «La volontà», mi rispose, e sparì.
Mi trovai per terra, ma quello so benissimo quando accadde: quando fece cenno di avvicinarsi e di levarmi il cuore.
Benché queste cose al primo apparire mi impauriscono, pure alla fine finisco coll’essere sempre in infinite consolazioni.
16 agosto, Giovedì
Presa da grave timore di dannarsi alla vista dei suoi peccati, è animata dall’Angelo a confidare nella misericordia di Dio. Soffre con Gesù, che le annunzia la prossima liberazione di Maria Teresa dalle pene del purgatorio e le promette nuove dolcezze nella santa Comunione.
Eccomi a Giovedì. La solita ripugnanza mi giunge; il timore di perdere l’anima mi viene; il numero dei peccati e l’enormità di essi, tutto mi si spalanca davanti. Che agitazione! In quei momenti l’Angelo Custode mi suggerì all’orecchio: «Ma la misericordia di un Dio è infinita». Mi quietai.
Cominciai presto assai a patire nel capo: saranno state circa le 10. Quando fui sola, mi buttai sul letto; soffrii un po’, ma Gesù non tardò a comparire, mostrandosi anch’esso che soffriva tanto. Gli ricordai i peccatori, pei quali Lui pure mi animò a offrir tutti i miei piccoli patimenti all’Eterno Padre, per essi.
Nel mentre che ero con Gesù e soffrivo, e soffriva Lui pure, mi venne un forte desiderio, quasi da non poter resitere. Gesù se ne avvide, e mi dimandò: «Che vuoi che faccia?». Ed io subito: «Gesù, per pietà alleggerisci i tormenti a M. M. Teresa». E Gesù. «Già l’ho fatto. Vuoi altro?», mi diceva. Allora mi feci animo e gli dissi: «Gesù, salvala, salvala». E Gesù così mi rispose: «Il terzo giorno dopo l’Assunzione della mia SS. Madre, verrà anch’essa sprigionata dal Purgatorio, e la condurrò con me nel Cielo».
Quelle parole mi ricolmarono di una gioia tale, che non saprei esprimere. Parecchie altre cose mi disse Gesù; io gli chiesi ancora perché dopo la SS. Comunione non mi faceva più gustare quelle dolcezze di Paradiso. Mi rispose prontamente: «Non ne sei degna, o figliuola»; ma mi proise però che la mattina dopo l’avrebbe fatto.
Come fare a arrivare alla mattina? È vero, rimanevano poche ore ma per me erano anni; non ho chiuso mai gli occhi al sonno; mi consumavo, avrei voluto che fosse subito venuta la mattina: in una parola, stanotte mi è sembrata lunghissima, ma è giunta finalmente [la mattina].
17 agosto, Venerdì
Che istanti felici si passano con Gesù! Nel toglierle la corona di spine, Gesù la benedice con mano raggiante, versando sopra di lei un’abbondanza di grazie. L’Angelo le raccomanda l’obbedienza e le dà alcuni avvisi per il Confessore. Ripugnanza che prova nello scrivere.
Gesù, appena è arrivato sulla mia lingua (cagione tante volte di tanti peccati), mi si è fatto sentire. Non ero più in me, ma dentro di me Gesù, mi è sceso nel seno. (Dico nel seno, perché il cuore non l’ho più: lo ho dato alla Mamma di Gesù). Che istanti felici si passano con Gesù! Come ricambiare i suoi affetti? Con quali parole esprimere il suo amore, con questa povera creatura? Ma pure si e degnato venire. È proprio impossibile, sì, è impossibile non amar Gesù. Quante volte me lo dimanda se lo amo e lo amo davero. E ne dubiti ancora, Gesù mio? Allora Lui si unisce sempre più a me, mi parla, mi dice che mi vuole perfetta, che mi ama assai anche Lui e che lo contraccambi .
Dio mio, come fare per rendermi degna di tante grazie? Dove non arrivo io, supplirà per me il mio caro Angelo Cutode. Dio voglia che mai mi abbia ad ingannare per me, e non abbia neppure ad ingannare gli altri.
Ho passato il resto della giornata unita con Gesù; soffro un po’, ma nessuno del mio patire se ne avvede; solo di quando in quando mi esce qualche lamento; ma, Dio mio, è proprio involontario.
Oggi poi poco, anzi nulla ci è voluto per farmi raccogliere: la mia mente già era con Gesù, e ci sono subito andata anche con lo spirito. Quanto si è mostrato affetuoso oggi con me Gesù! Ma quanto soffre! Faccio tanto per diminuirglielo, e vorrei fare, se mi fosse permesso. Mi si è avvicinato oggi, mi ha levata la corona della mia testa, e poi non ho veduto come sempre riporla sul suo capo; la teneva nelle sue mani, tutte le piaghe aveva aperte, ma non buttavano sangue come sempre, erano belle.
È solito benedirmi prima di lasciarmi; infatti ha alzato la sua mano destra; da quella mano allora ho veduto uscire una luce più assai più forte che del lume. Esso teneva quella mano alzata; io restavo fissa a guardarlo, non mi potevo saziare di contemplarlo. O se potessi farlo conoscere, vedere a tutti quanto è bello il mio Gesù! Mi ha beneetta con quella stessa mano, che aveva alzata, e mi ha laciata.
Dopo questo che mi era accaduto, avrei saputo volenieri che cosa volesse dire quella luce che usciva dalle piahe, in particolare dalla mano destra, con la quale mi ha benedetta. L’Angelo Custode mi ha dette queste parole: «Figliuola, in questo giorno la Benedizione di Gesù ha versato sopra di te un’abbondanza di grazie [che] quella luce significava» .
Ora mentre scrivevo, si è avvicinato e mi ha detto: «Mi raccomando, figlia mia, obbedisci sempre, e in tutto. Palesa ogni cosa al Confessore; digli che non ti trascuri, ma ti nasconda». E poi ha soggiunto: «Digli che Gesù vuole, che abbia assai più premura verso di te, se ne dia più pensiero; se no tu sei troppo inesperta».
Queste cose me le ha ripetute anche ora che ho già scritto; me le ha dette più volte, sono svegliata , e mi è sembrato proprio di vederlo e di udirlo parlare. Gesù, sia sempre fatta la tua SS. Volontà.
Ma quanto soffro nel dovere scrivere certe cose! La ripugnanza che provavo sul principio, anziché diminuirmi, assai più si va a crescere, ed io provo una pena da morire. Quante volte oggi ho tentato di cercarli e bruciarli tutti [i miei scritti]! E poi? Tu forse, o Dio mio, vorresti che scriessi anche quelle cose occulte, che mi fai conoscere per tua bontà, per sempre più tenermi bassa e umiliarmi? Se lo vuoi, o Gesù, son pronta a fare anche quello: fa’ conoscere la tua volontà. Ma questi scritti a che gioveranno poi? Per tua maggior gloria, o Gesù, o per farmi sempre più cadere nei peccati? Tu che hai voluto che faccia così, io l’ho fatto. Tu pensaci; nella piaga del tuo S. Costato, o Gesù, nascondo ogni mia parola.
18-19 agosto, Sabato – Domenica
Maria Teresa, accompagnata da Gesù e dal suo Angelo Custode, viene a ringraziare la Santa e se ne vola al cielo.
Nella S. Comunione stamattina Gesù mi ha fatto conoscere che stanotte a mezzanotte M. M. Teresa, volerà in Paradiso. Nient’altro per ora.
Gesù mi aveva promesso di darmi un segno. Son giunta a mezzanotte: nulla ancora; eccomi al tocco: neppure; verso il tocco e mezzo mi sembrò che la Madonna venisse a darmi avviso, che l’ora si avvicinava.
Dopo un po’ di tempo infatti mi è parso vedermi veire innanzi M. Teresa vestita da Passionista, accompagnata dal suo Angelo Custode e da Gesù. Quanto era cambiata dal giorno che la vidi per la prima volta. Ridendo si avvicinò a me, e disse che era veramente felice, e andava a godere il suo Gesù eternamente; di nuovo mi ringraziò, e soggiunse: «Avvisa M. Giuseppa , che io sono felice e si metta in quiete». Mi fece più volte cenno con la mano di dirmi addio, e insieme con Gesù e il suo Angelo Custode volò al Cielo circa le 2½.
In quella notte soffrii assai, perché io pure volevo anare in Paradiso, ma nessuno fece atto di portarmici.
Il desiderio che da tanto tempo Gesù aveva fatto nacere in me, alfine mi è stato soddisfatto: M. Teresa è in Paradiso; ma anche dal Paradiso mi promise di tornarmi a vedere.
20 agosto, Lunedì
I rimproveri dell’Angelo. Terribile assalto diabolico, che la Santa supera felicemente invocando la virtù del sangue preziosissimo di Gesù Cristo. Dolore dei peccati; benevola assistenza ed ammaestramenti dell’Angelo.
Ieri il giorno ebbi di nuovo da parlare coll’Angelo Custode; mi rimproverò anzitutto la mia svogliatezza nella preghiera; parecchie altre cose mi ricordò: tutto sempre riguardo agli occhi, minacciandomi severamente. Ieri sera in chiesa di nuovo mi ricordò ciò che mi aveva detto il giorno, dicendomi che dovevo poi renderne conto a Gesù. Infie, prima di andare a letto, nell’atto di chiedergli la benedizione, mi avvisò che Gesù oggi, 20 Agosto, voleva farmi dare un assalto dal demonio, e questo perché ero stata per qualche giorno trascurata nella preghiera. Mi avvisò che il demonio avrebbe fatto ogni sforzo per impedirmi di pregare, massime con la mente per tutt’oggi, e mi avrebbe privata anche delle sue visite (voglio dire dell’Angelo Custode), ma solo per oggi.
Ho fatto la SS. Comunione, ma chi sa in quale stato! Tanto distratta, e la mente l’avevo a stanotte, cioè a un brutto sogno, anzi, sudicio, che ho riconosciuto preparato dal diavolo.
O Dio, il momento dell’assalto è venuto; ma è stato forte, anzi direi quasi terribile. Nessuna benedizione, nesuno scapolare bastava a frenare la tentazione più brutta, più sudicia che si possa immaginare; era così orrendo [il demonio]! che ho chiuso gli occhi, e non l’ho mai aperti, se non quando ero assolutamente libera. Mi faceva venire in mente le cose più sudicie che ci sono, e perfino con le mani è arrivato...
Dio mio, se sono senza nessun peccato, lo devo a te solo. Tu sia ringraziato. Che dire in quei momenti? Cercar Gesù e non trovarlo, è una pena più grossa che la tentazione stessa. Quello che provo, lo sa solo Gesù, che di nascosto mi guarda e se ne compiace. Ad un certo punto che la ten-tazione pareva che prendesse più forza, mi è venuto in mente di invocare il S. P. [= Santo Papà] di Gesù, ho gridato: «Eterno Padre, per il Sangue di Gesù liberami».
Non so quello che è accaduta: quel cosaccio di diavolo mi ha dato una spinta sì forte, mi ha tirato giù dal letto, mi ha fatto battere il capo con tanto impeto in terra, che ho sentito gran dolore; ho perduto i sensi e son rimasta per terra, fino a tanto che non mi sono riavuta, dopo assai tempo.
Sia ringraziato Gesù, che oggi pure è passato nel miglior modo che a Lui è piaciuto.
Il resto del giorno l’ho passato benissimo. Stasera, come è solito accadermi spesse volte, mi sono venuti alla mente tutti i miei gran peccati, ma con tanta enormità, che ho dovuto farmi forza per non pianger forte: ne sentivo un dolore sì vivo, che mai avevo provato. Il numero di essi, oltrepassa mille volte la mia età e la mia capacità: però, ciò che mi consola, ne ho provato grandissimo dolore, che vorrei, che questo dolore mai si cancellasse dalla mia mente, e mai mi diminuisse. Dio mio! fino a che è giunta la mia malizia!
Stasera, per dire la verità, aspettavo Gesù, ma che! non è comparito nessuno; solo l’Angelo Custode non cessa di vigilarmi, di istruirmi e darmi dei savi consigli. Più volte al giorno mi si fa vedere e mi parla. Ieri mi tenne compagnia mentre mangiavo, però non mi forzava, come fanno gli altri. Dopo che ebbi mangiato, non mi sentivo niente bene; allora lui mi porse una tazzina di caffè sì buono, che guarii subito, e poi mi fece anche un po’ riposare. Tante volte gli faccio chiedere a Gesù se lo lascia tutta la notte con me; va a dirglielo, poi torna e non mi lascia fino alla mattina, se Gesù glielo permette.
21 agosto, Martedì
Aspetta una visita di S. Gabriele.
Forse m’ingannerò, ma oggi aspetto una visitina di C. G. [= Confratel Gabriele], e se fosse vero, devo parlargli di tante cose. Gesù, lume, lume non a me, ma a P. G. [= Padre Germano] e al Confessore.
22 agosto, Mercoledì
Rimproveri dell’Angelo e dolce visita di Gesù, che le parla del’anima santa della Sig.ra Giuseppina Imperiali. Il suo Angelo Custode mai l’abbandona; altri Angeli le si fanno vedere.
Ieri l’Angelo Custode mi avvisò che nel corso della giornata doveva venire Gesù; mi gridò, mi chiamò superba, ma poi ci rimettemmo ben presto. Non ci pensai più alla visita di Gesù, perché non ci credevo; ma nel mettermi a fae le preghiere della sera mi sentii raccogliere con Gesù, che mi fece subito un dolce rimprovero, dicendomi: «Gema, non mi vuoi più?» «O Dio mio, Dio mio, - gli risposi - come non ti cerco? Ti desidero da per tutto, ti voglio, ti cerco sempre, bramo te solo».
Ma mi venne in mente subito di dimandargli: «Ma, Gesù, sei venuto stasera, e allora non verrai dimani sera». Mi promise di sì. Ma il Confessore mi ha detto che ne sarà responsabile la mia coscienza, se soffrissi e non mi sentissi bene; se mi sento bene, la stessa ora posso soffrire con Gesù; se no Gesù venga pure, ma senza farmi soffrire; mi trattenga con Lui e lo compatisca, e faccia parte con Lui a quella mortale tristezza che patì nell’orto degli olivi. In ogni modo obbedirò.
Mi parlò pure Gesù, senza che io ne parlassi, dell’anima santa della Signora Giuseppina Imperiali. «O quanto mi è cara! - ripeteva Gesù. - Vedi, - soggiungeva - essa soffre tanto, non ha un minuto di tregua. Felice lei!». Mi lasciò, come è solito, in una consolazione inesprimibile.
Per grazia di Gesù e per sua infinita misericordia l’Anelo Custode non un minuto secondo mi abbandona. Ieri ne vidi più degli Angeli: il mio mi assisté continuamente, e ne vidi un altro pure di un’altra persona, e qui non occorre certo che descriva i più minuti particolari: se l’obbedienza lo volesse, sarei pronta, ma per ora... basta... A un caso me ne ricorderò.
23 agosto, Giovedì
Aridità e ripugnanze; la corona di spine; amorosa gara con Gesù.
Oimè! la sera viene, e il solito raffreddamento, la solita ripugnanza mi assale; la stanchezza vorrebbe vincermi, ma con un po’ di fatica non mai voglio tralasciare di fare il mio dovere.
Gesù stasera mi ha posata la sua corona sul mio capo circa le 10, dopo essermi un po’ raccolta. Il mio patire, che non eguaglia per niente quello di Gesù, è stato forte: persino tutti i denti mi sentivano; a ogni movimento era un forte dolore; credevo di non resistere, ma sì, va tutto bene invece.
Ho offerto per i peccatori quelle poche pene, ma in particolare per la povera anima mia. Lo pregavo che tornasse presto. Quando fu per lasciarmi, allora nacque una gara tra me e Gesù: chi di noi sarebbe andato a far visita prima (e sono andata io, vo’ dire a far la S. Comunione), e insieme ci dicemmo e restammo combinati che io andrò da Lui e Lui verrà da me. Mi promise l’assistenza del mio Sano Angelo, e mi lasciò.
24 agosto, Venerdì
Gesù le toglie la corona di spine e si trattiene amabilmente a parlare con lei, assicurandola che presto il P. Germano ci occorrerà. Premurosa assistenza e ammaestramenti dell’Angelo, il quale le insegna pure il modo di ottenere da Gesù una visita di San Gabriele.
Più tardi poi tornò Gesù a ritogliermi la corona, ma venne assai presto dicendomi che avevo fatto assai, e perché io non volevo, ché non erano anche le ore compite, mi rispose che sono sempre piccola e faccio assai così.
Soffrii continuamente per parecchie ore; mi accarezzò tanto Gesù. A un certo punto del nostro ragionamento, gli chiesi lume per il Confessore; allora mi venne fatta una spia all’Angelo Custode . Mi aveva detto alla mattina avanti che P. Germano ha assai lume sopra di me, e mi vuole bene. Riferii senza pensare la cosa a Gesù, e Gesù non saeva nulla che l’Angelo Custode me l’avesse detto ; si fece un po’ serio e mi disse che non vorrebbe che l’Angelo Cutode mi facesse le spie.
Ma mentre così parlava, anziché confondermi, come mi accade quando Gesù si fa serio e severo, fui presa, al contrario, da più confidenza verso di Lui, e gli dimandai: «Gesù, non potresti...»; mi chetai, credendo di farmi caire senza parlare, e Gesù capì subito e soggiunse: «Non ti affliggere, figlia mia: P. Germano presto ci occorrerà. Hai capito?», mi dimandò. «Sì», risposi. E per ultimo mi ripeté queste parole: «Non temere, ché presto ci occorrerà». Mi fece cenno con la mano che si allontanava, e mi sparì.
Più tardi ancora poi andai in Chiesa per avere al solito la Benedizione, ma mi pareva di essere stanca; infatti ero davvero, ma non è, come ho detto più volte, stanchezza propria, è svogliatezza e poca voglia di pregare; l’Angelo Custode mi disse in un orecchio che pregassi pure anche stando a sedere. Sulle prime non potevo cedere, ma inisté due volte, e allora obbedii e stetti sempre a sedere. Certo che ne ebbi piacere, perché non potevo stare in ginocchio.
Ieri sera pure mi fece capire che quando Gesù si laenta con me perché non faccio la meditazione, non vuol dire del Giovedì e Venerdì, intende parlare degli altri giorni: ed è vero infatti, perché in quei due giorni mai la dimentico. Gli promisi di essere più esatta nel farla, e mi comandò di andare a letto, dicendomi che ero stanca e badassi bene di dormire. Mi raccomandai che stasse con me, ma non me lo promise: è vero, non ci è mai stato.
«Ora poi - gli dissi - corri da Gesù e pregalo tanto, perché dimani sera devo tornare a confessarmi e bisogna che lo veda»; e Lui subito pronto: «E se venisse Confratel Gabriele?». «Sarebbe lo stesso - risposi. - Ma o Gesù o Lui, Conf. Gabriele, bisogna che in ogni modo li veda; pregalo che me la conceda questa grazia: mi è necessario». «Puoi dirlo a me?», mi disse. «Tu pure - risposi - va’ da Gesù e fatti dire ogni cosa, e poi torna a dirmele». Mi fece cenno di sì.
Mi aveva parlato pochi momenti fa di Confratel Gariele e, come sempre al sentirlo anche solo ricordare mi sento tutta rallegrare, non potei fare a meno di esclamare: «Confratel Gabriele, quanto è che l’aspetto, quanto lo desidererei!». «E appunto per questo, perché hai questo desiderio sì forte, Gesù non vuole contentarti». Allora ridendo m’insegnò che quando veniva Gesù, non mi facessi conoscere di aver la smania di vedere Conf. Gabriele, ché allora mi contenterebbe facilmente.
Intesi che scherzava, poiché so che a Gesù non si può nasconder nulla.
«Sii indifferente, - mi ripeté - e vedrai che Gesù te lo manda più spesso». «E non mi riesce esserlo», gli dissi. «T’insegno io; devi dirgli così a Gesù: Se viene, bene; se no, è lo stesso»; e nel dire così rideva forte forte.
Allora lo ripetei pure anch’io; ma Lui capii che si divertiva. Mi comandò di andare a letto, dicendomi che per quella notte dovevo esser sola, perché se ci fosse stato Lui, non avrei mai dormito, e se ne andò.
È vero, perché quando ci è Lui, non dormo: m’insegna tante cose perché lo interrogo io. Mi racconta tante cose che si fanno in Paradiso, e passa presto presto la notte. Ma stanotte non è stato così: mi ha lasciata sola, e ho dormito: più volte però mi sono svegliata, e allora mi diceva subito: «Dormi, se no scappo davvero».
Ho sentito tuonare forte forte e avevo paura, e allora è venuto e si è fatto vedere; mi ha benedetta di nuovo e mi risono addormentata.
25 agosto, Sabato
Il demonio, in sembianza dell’Angelo Custode, la tenta e la percuote; viene poi l’Angelo vero a darle avvisi e conforti. Visione di Maria.
Nella Comunione stamattina nessuna consolazione, ogni cosa con freddezza. Sia fatta la SS. Volontà del mio Dio. Oggi che avverrà? Gesù non viene, e neppure me lo sento vicino. Vado per riposarmi, mi vedo venir davanti l’Angelo Custode, che riconobbi per il mio; ma fui presa da un po’ di paura e da turbamento anche nell’interno.
Tante volte mi assale la paura, quando vedo comparire qualcuno; ma a poco a poco mi passa e termina in consolazione. Ieri invece il turbamento cresceva e perfino, se mi toccava, scuotevo: cosa che mai mi accade, quando veramente è il mio caro Angelo. Stavo insomma incerta su questo, quando mi domandò: «Quando vai a confessarti?» «Stasera», risposi. «E perché? che ci vai a fare tanto spesso? non sai che è un imbroglione il tuo Confessore?». E mi rinvenni di che cosa si trattava, e mi segnai più volte; allora colpi da farmi scuotere. Il mio Angelo non mi parla mai in simile guisa.
Durai per più tempo combattendo in quel modo, e promisi che a suo dispetto sarei andata a confessarmi; e ci andai infatti. Chiamavo Gesù, la mia Mamma, ma che! nessuno. Dopo del tempo si fece vedere un po’ l’Angelo Custode vero, obbligandomi a confessarmi di ogni cosa, e mi parlò di due cose da dirgli [al Confessore].
Il turbamento e la paura del nemico presto sparì, e ritornai in calma, fino che non fu il tempo di andare a confessarmi: non volevo andarci a nessun patto. Con forza vi andai, ma pochissimo potei parlare. Ma pure ogni cosa voglio dire, scriverò.
La mia carissima Mamma ieri sera non mancò, ma fu così breve la sua visita; ma mi consolò tanto . La pregai più che potei per me, affinché mi conducesse in Paradiso; per altri ancora pregai caldamente. Come mi sorrideva quando ripetutamente la chiamavo mamma! Si avvicinò, mi fece una carezza, e mi lasciò in compagnia dell’Angelo Custode, che si è mantenuto affabile e allegro fino alla mattina.
26 Agosto, Domenica
Forti rimproveri e volto severo dell’Angelo.
Alla mattina mi ha lasciata [l’Angelo Custode], dopo che sono uscita di camera. Ho fatto la SS. Comunione senza saper nulla di Gesù; nel corso della mattinata mi sentivo una voglia sì forte di piangere, che bisognava che mi nascondessi agli sguardi degli altri per non farmene avvedere: mi sentivo inquieta di coscienza e non sapevo a che appigliarmi. Dio mio, che mi accingo a descrivere! Ma sarà bene, perché se a qualche persona capitasse nelle mani questo mio libro, riconoscerà in me se non altro che una disobbediente e una cattiva.
Ieri, in tempo che mangiavo, alzo gli occhi e vedo l’Angelo Custode che mi guardò con un viso così severo da spaventare; non parlava. Più tardi, quando andai un momento a letto, Dio mio! mi comandò di guardarlo in faccia; lo guardai, abbassai quasi subito poi lo sguardo, ma lui insisteva e disse: «Non hai vergogna di commettere mancanze in presenza mia; dopo commesse poi la senti la vergogna!».
Insisteva che lo guardassi; per più di mezz’ora circa mi fece stare in presenza sua sempre a guardarlo in faccia: mi lanciava certi sguardi sì severi...
Non feci che piangere. Mi raccomandavo al mio Dio, alla Mamma nostra, affinché mi togliesse di lì, ché non potevo più a lungo resistere. Di quando in quando mi ripeteva : «Mi vergogno di te». Pregavo pure che altri non lo vedessero così in quello stato, perché neppure più una persona si sarebbe a me avvicinata; non so se altri lo videro.
Soffrii una giornata intera, e sempre quando alzava gli occhi, mi guardava sempre severo; non potei raccogliermi un minuto. Alla sera pure feci le mie preghiere, e sempre stava a guardarmi nella stessa maniera; mi lasciò andare a letto, mi benedì però; ma non mi abbandonò: è stato per più ore con me, senza parlare e sempre severo.
Io mai non ho avuto coraggio di rivolgergli una parola, solo dicevo: «Dio mio, che vergogna se altri vedessero il mio Angelo così arrabbiato!»
In nessun modo ieri sera non mi riusciva prender sonno; sono stata svegliata fino alle 2 passate: lo so, perché ho sentito sonar l’orologio. Stavo ferma nel letto, la mente rivolta a Dio, ma senza pregare. Infine, dopo sonate le 3, ho veduto l’Angelo Custode avvicinarsi, farmi una carezza , posarmi una mano sulla fronte, e mi ha dette queste parole: «Dormi cattiva!». Non l’ho più veduto.
27 Agosto, Lunedì
Nella santa Comunione Gesù le fa intendere il motivo per cui l’Angelo le si mostra così severo.
Stamani ho fatto la S. Comunione: non avevo coraggio di farla. Gesù mi è parso che mi abbia data un po’ di conoscenza della cagione per la quale l’Angelo Custode è così: l’ultima confessione fatta male . Purtroppo è stato vero.
28 Agosto, Martedì
Dopo la Confessione l’Angelo torna ad esserle sorridente ed amabile, e l’assicura del perdono di Gesù.
L’Angelo Custode si è mantenuto così severo fino a stamani, che non ho palesato ogni cosa al Confessore. Subito uscita di confessionario, mi ha guardato ridendo, con un’aria di compiacenza: sono ritornata da morte a vita. Più tardi poi mi ha parlato da se stesso (io non avevo coraggio d’interrogarlo): mi ha domandato come stavo, perché non mi sentivo bene la notte innanzi. Gli ho risposto che solo lui poteva guarirmi; si è avvicinato, mi accarezzava tanto tanto e mi diceva che fossi buona.
Ripetutamente gli dimandavo se mi volesse bene come prima, e se mi amasse egualmente; mi rispondeva in questo modo: «Oggi non mi vergogno di te, ieri sì». Gli dimandavo più volte perdono, e faceva cenno di essere [stato perdonato] ogni trascorso. Infine l’ho mandato da Gesù per tre cose: 1° Se fosse ora contento di me? 2° Se mi avesse perdonato ogni cosa? 3° E che mi levasse una certa vergogna da dosso per far l’obbedienza al Confessore...
È andato subito via, ed è tornato assai tardi: mi ha detto che Gesù è assai contento; che mi ha perdonato, ma per l’ultima volta; in quanto alla vergogna disse che Gesù gli aveva risposto queste precise parole: «Digli che obbedisca perfettamente».
Più tardi poi andai a letto, ma sentii poco dopo un po’ di rimorso. Pensavo, è vero, al soggetto della Meditazione della Passione, ma nel letto. Mi ha dimandato a che cosa pensassi il mio Angelo. «Alla Passione - ho risposto. - Che dirà di me Gesù che faccio questa vita sì comoda, prego poco, e nel letto; insomma tutto il tempo della preghiera lo passo nel letto?». Questo purtroppo è ogni cosa vero. Mi rispose che ne pensavo io di questa cosa. «È svogliatezza», soggiunsi. Ma gli promisi che da quella sera in poi, mai più avrei pregato nel letto; altro che il giorno a me destinato per obbedienza. Da ieri sera e per tutta la notte mai si è allontanato da me, ma con un patto però: di stare zitta e dormire. L’ho fatto.
29 Agosto, Mercoledì
Scrive una lettera a S. Gabriele e la raccomanda all’Angelo Custode.
Ora poi oggi faccio una cosa: voglio scrivere a Confratel Gabriele un biglietto; dopo lo consegno all’Angelo Custode, e ne aspetterò la risposta. E questa cosa si fa senza che Gesù lo sappia lui pure mi ha detto che a Gesù non si dirà nulla.
E l’ho fatto: ho scritto una lettera assai lunga, ho parlato di tutte le mie cose senza tralasciarne alcuna; poi ho avvisato l’Angelo Custode che era in punto, e se la voleva... L’ho posta stasera, Mercoledì, sotto il guanciale, e stamani , quando mi sono alzata, non ho pensato a guardarci, perché avevo di meglio in mente: andavo da Gesù.
30 Agosto, Giovedì
Presa la lettera, l’Angelo le dice che sabato prossimo avrà la risposta. Dolore dei peccati e corona di spine. La Santa per obbedire manda via Gesù.
Subito tornata, ho guardato, e curiosa! la lettera non ci era più. Dico curiosa, perché lo sento dire da altri che è una cosa strana; a me non mi sembra però. L’Angelo Custode poi mi ha dimandato se ci occorresse risposta. Io ho riso. «E altro - gli ho detto - se ci occorre!». «Ebbene - ha soggiunto - fino a Sabato non puoi averla». Pazienza dunque fino a Sabato.
Intanto eccomi al Giovedì sera. O Dio! tutti i miei peccati mi si presentano davanti. Che enormità! Sì, sappiatelo tutti: la mia vita fino ad ora è stata una continua serie di peccati. Sempre la vedo la gran quantità di essi, e la malizia riconosco con cui li ho commessi, ma specialmente nell’avvicinarsi del Giovedì sera: in una maniera sì spaventosa mi compariscono davanti, che divento vergognosa a me stessa e insoffribile a me medesima.
Allora, massime in quella sera, proponimenti, pentimenti, sono di continuo; ma tutte cose che poi non mantengo e torno al solito. Un po’ di forza, un po’ di coraggio mi viene quando sento che Gesù in quell’ora mi mette la corona delle spine e mi fa soffrire fino alla sera del Venerdì; perché ciò offerisco per le anime peccatrici, in modo particolare per la mia.
Così avvenne ieri sera Giovedì; mi sembrò che Gesù facesse, come era solito in quella sera: mi posò le spine sul mio capo, cagione di tante pene al mio caro Gesù, e me la lasciò per più ore. Mi fece un po’ soffrire, ma che dico soffrire, godere. È un godere quel soffrire. Quanto era afflitto! E la cagione: per tanti peccati che si commettono, e per tante anime ingrate, che Lui tanto benefica, e poi riceve tutto al contrario. Di questa ingratitudine quanto mi sento colpevole io stessa! Al certo Gesù avrà detto di me.
Finita l’ora dell’obbedienza, il mio Angelo Custode mi avvisò; che fare? Gesù si tratteneva ancora,. ma ben vedeva l’imbarazzo in cui mi trovava. Mi ricordò l’obbedienza, e per obbedire dovevo mandar via Gesù, perché l’ora era trascorsa. «Via, - mi disse Gesù - dammi un segno fin da ora che sempre obbedirai». Allora esclamai: «Gesù, va’ pure, ch’ora più non ti voglio». E Gesù sorridendo mi benedì, insieme a tutti i membri del S. Collegio , e raccomandandomi all’Angelo Custode, mi lasciò sì contenta da non potermi esprimere.
Son solita in quella notte di non poter dormire, perché sto unita con Gesù, in unione più stretta del solito, e poi anche perché mi sembra che mi dolga un po’ il capo; vegliai insieme al mio caro Angelo.
31 Agosto, Venerdì
Soffre assai per il dolore del capo, ma gode di patire con Gesù.
Corsi alla mattina a fare la S. Comunione, ma non potei parlare nulla, stetti sempre in silenzio: il dolor del capo me lo impediva. Dio mio, quanto manco in questa cosa! Gesù per me non risparmiò nulla, ed io invece per non patire non faccio, se mi riesce, il più piccolo movimento. Che ne dirai, mio Gesù, di questa svogliatezza e cattiva volontà?
Tutta la mattina non feci che riposarmi. Venne il giorno, e nessuna fatica provai a volarmene con Gesù: mi levò le spine, mi dimandò se avessi sofferto tanto. «O mio Gesù, - esclamai - il soffrire mi comincia ora, poiché tu ti allontani. Ieri e oggi, ho sempre goduto tanto, perché mi sentivo vicina a te; ma da ora, fino che tu non ritornerai, sì davvero che sarà soffrire continuo». Mi raccomandavo: «Vieni, mio Gesù, vieni più spesso: sarò buona, obbedirò sempre, e a tutti. Contentami, Gesù». Soffrivo, mentre così parlavo, perché Gesù a poco a poco mi veniva a mancare.
Infine dopo breve tempo, mi lasciò sola, e di nuovo nel solito abbandono. Verso sera andai a confessarmi, e il Confessore, credendo che non mi sentissi bene, perché avevo un po’ sofferto, mi comandò di andare a letto, subito che fossi andata in camera, e mi comandò pure di dormire, senza parlare col mio Angelo Custode (perché alle volte si parla ore intere), e che dormissi.
Ci andai al letto, ma non potevo prender sonno, dalla curiosità che avevo: volevo dimandare all’Angelo Custode tante cose, e aspettavo che Lui stesso me lo dicesse, ma che!... mi disse più volte che dormissi. Alla fine mi addormentai.
1 Settembre, Sabato
Meravigliosa apparizione di Maria SS.ma Addolorata, a cui la Santa con filiale confidenza e semplicità manifesta quanto ami Gesù.
Stamattina per tempo poi da se stesso mi ha svegliata, e mi ha detto che oggi avrò risposta. «In che modo?» ho dimandato. «E lo vedrai», mi ha detto ridendo.
Per tutto oggi sono stata senza nessuna tentazione; verso sera me n’è sopraggiunta una all’improvviso, nella maniera più sudicia e più brutta. E qui non credo bene di narrare, perché troppo...
Chi mai si sarebbe immaginato che stasera la mia cara Mamma venisse a vedermi? Neppure ci pensavo, perché la mia cattiva condotta credevo che non glielo permettesse; pure di me ebbe compassione, e in breve tempo mi sentii un raccoglimento interno; all’interno successe come spesse volte, il capo se ne parti. Mi trovai (mi parve) con la Mamma Addolorata. Che felicità in quei momenti! Quanto è caro poter proferire il nome di mamma! Che dolcezza sentii nel cuore in quegli istanti! Lo spieghi chi può. Mi parve, dopo qualche momento di commozione, che mi prendesse in grembo e mi facesse posare il capo sulla sua spalla, che mi fece tenere per un po’ di tempo. Il mio cuore in quel momento era appieno felice e contento: altro [non] aveva da desiderare.
«Non ami che me?», mi dimandava di quando in quando. «O no! - gli rispondevo - prima di te amo un’altra persona». «E chi è?», fingendo di non saperlo mi dimandava. «È una persona a me tanto cara, più di ogni altra cosa; l’amo tanto, che darei la vita anche in quest’istante; per Lui non curo più neppure il corpo». «Ma dimmi chi è», impaziente mi dimandava. «Se tu fossi venuta ieri l’altro sera, l’avresti veduto starsene con me. Vedi, però Lui viene così di rado da me, io invece da Lui vado ogni giorno, e più volte ancora andrei, se potessi. Ma sai, Mamma mia, - ripigliavo - perché fa così? Perché vuole stare a vedere se così lontano io fossi capace di non amarlo più; ma invece quanto più è lontano, tanto più mi sento trasporto maggiore con Lui». Mi ripeteva: «Dimmi chi è». «No, non te lo dico - soggiungevo -. Tu vedessi, Mamma mia: ti somiglia te per bellezza, i tuoi capelli hanno il colore dei suoi». E la Mamma mia mi pareva che accarezzandomi mi dicesse: «Ma, figlia mia, di chi intendi parlare?». Esclamai forte: «Non mi capisci? Intendo parlare di Gesù. Di Gesù», ripetei ancora più forte. Mi guardò sorridendo e mi strinse fortemente a sé: «Amalo pure, amalo tanto, ma ama Lui solo». «Non temere, - gli dissi - nessuno al mondo potrà gustare gli affetti miei, solo Gesù».
Di nuovo mi strinse a sé, mi sembrò che mi baciasse nella fronte. e mi svegliai e mi trovai stesa per terra, col Crocifisso vicino.
Chi legge, di nuovo lo ripeto, non creda a queste cose, perché tutta mia fantasia; mi sottometto nondimeno a descrivere ogni cosa, perché legata dall’obbedienza, altrimenti vorrei fare altro. Credo che di giorno in giorno la ripugnanza che provo nello scrivere certe cose, infine cessi, ma si fa sempre maggiore: è una pena tale da non poter resistere, e quasi da morirne.
2 Settembre, Domenica
Tenerezza, severità e rimproveri dell’Angelo Custode.
Stanotte ho dormito, col mio Angelo Custode accanto; nello svegliarmi l’ho veduto vicino a me; mi ha dimandato, dove andassi. «Da Gesù», ho risposto.
Tutto il resto del giorno è corso benissimo. Dio mio, ma verso sera che è mai avvenuto! L’Angelo Custode si è fatto serio e severo; io non sapevo indovinarne la cagione, ma lui, che nulla posso celargli , in tuono severo (nel momento che mi ero messa per recitare le solite preghiere) mi ha dimandato che facessi. «Prego». «Chi aspetti?»(facendosi sempre più serio). Io non pensavo a nulla. «Confratel Gabriele», [risposi]. A sentir pronunziare quelle parole, ha cominciato a gridarmi, dicendomi che invano aspettassi, come pure aspettassi invano la risposta, poiché...
E qui mi ricordò due peccati fatti nel corso del giorno. Dio mio, che severità! Pronunziò queste parole più volte: «Mi vergogno di te. Finirò col non farmi più vedere, se fai di queste cose. Stanotte intanto non mi farò mai vedere e forse... chi sa se neppure dimani».
E mi lasciò in quello stato. Mi fece pure piangere tanto. Ho voglia di chiedere perdono, ma quando è così inquietato, non ci è caso che mi voglia perdonare.
3 Settembre, Lunedì
L’Angelo le si mostra di nuovo benevolo e le dà santi avvertimenti.
Non l’ho più riveduto stanotte, neppure stamattina; oggi mi ha detto che adorassi Gesù, che si trovava solo, e poi è risparito.
Stasera poi era assai meglio della sera innanzi; gli ho chiesto più volte perdono, e pareva disposto a perdonarmi. Stanotte è stato sempre con me: mi ripeteva che fossi buona e non disgusti più il nostro Gesù, e quando sono alla sua presenza, stia meglio e più divota .
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COSI E GENERATA L'UMANITA
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